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Corrado Zunino
Dal Wwf a Slow Food la rivolta verde contro il cemento “Così asfaltate l’Italia”
9 Ottobre 2014
Legislazione nazionale
«Le associazioni storiche dell’ambientalismo accusano il governo. “Inceneritori e trivelle: via libera a un mare di scempi”».

La Repubblica, 9 agosto 2014

L’esecutivo Renzi si è già guadagnato l’etichetta di governo meno ambientalista mai espresso dal centrosinistra in Italia. I Verdi, polverizzati in tante sigle, inesistenti da sei anni in Parlamento e quindi politicamente fragili, sono pronti ad azioni comuni. Su molti fronti. Non c’è decreto, raccontano, dove in nome dello sviluppo rapido, della ricchezza da estrarre oggi e produrre domani, non si autorizzino nuovi buchi, cemento fresco, una deregulation su tutta la materia ambientale. «Renzi non ha asfaltato solo Berlusconi, sta asfaltando l’Italia», dice Angelo Bonelli, portavoce dei Verdi rimasti. Lui sostiene diverse iniziative politiche del premier, «ma sull’ambiente è un disastro».

Catalizzatore delle cento proteste ecologiste è diventata un’iniziativa intellettual-satirica edita (gratis) da L’Altra Economia. Sedici personalità della politica e della cultura hanno pubblicato Rottama Italia, libro corredato da tredici vignette (Staino, Altan, Ellekappa, Vauro, Giannelli, Vincino, Bucchi) che analizza i 45 articoli del decreto Sblocca Italia disvelato a fine agosto, tutt’altro che finanziato e operativo. L’archeologo Salvatore Settis, l’inventore dello slow food Carlo Petrini, l’ex ministro dalemiano dei Beni culturali Massimo Bray, celebri urbanisti come Vezio De Lucia e Paolo Berdini — l’idea è di Sergio Staino, la cura dello storico dell’arte Tomaso Montanari — chiedono di fermare il decreto che, nel tentativo di rilanciare l’economia italiana, «rischia di diventare un pesante contributo alla devastazione del paesaggio e un regalo alle lobby».
Il decreto, per esempio, rilancia il trasporto su strada: la Gronda di Genova e l’autostrada Romea da Mestre a Orte (tira le fila dell’opera Vito Bonsignore sopravvissuto di Tangentopoli, amministratore della società promotrice è il piduista ottantaduenne Gioacchino Albanese). Il viceministro Riccardo Nencini vuole trasformare l’ultima consolare intonsa, l’Aurelia, nella nuova autostrada Tirrenica da Civitavecchia a Livorno. Ecco, contro il decreto di sviluppo il gruppo Rottama Italia è pronto a raccogliere le firme per un referendum abrogativo: «Il territorio non è un bene liberamente disponibile da parte del governo, ma è nella superproprietà del popolo», dice Paolo Maddalena, vicepresidente emerito della Corte costituzionale. «Questo atto del governo Renzi è la clonazione del primo Tremonti e della proliferazione di capannoni industriali oggi abbandonati», dice invece Petrini.
Se un fresco sondaggio Swg dice che l’ambiente è in cima alle priorità degli italiani, il mondo dell’ambientalismo italiano, che ha associazioni storiche floride, altre piccole e diffuse, si sta ricompattando di fronte alla velocità di produzione di atti di governo invasivi, filo-industriali, semplificatori. Il premier, di suo, liquida questi oppositori ecologisti come «quattro comitatini». Il suo ministro dell’Ambiente, l’ex sottosegretario all’Istruzione Gian Luca Galletti, appare sempre più marginale.
L’allarme inceneritori lo hanno fatto scattare tutte le agenzie regionali per l’ambiente: «Puntando sul riciclo si guadagnerebbero 195 miliardi », hanno scritto. Il governo, invece, ha prorogato al 2020 l’obiettivo del 65 per cento per la raccolta differenziata nazionale: oggi siamo al quaranta, sei anni di crescita lenta. È forte l’impegno del ministro Maurizio Lupi per trivellare il mare italiano alla ricerca di petrolio («da raddoppiare») e gas. Wwf, Legambiente e Greenpeace hanno chiesto alla Commissione ambiente della Camera di fermarlo. In questi giorni all’isola di Favignana, luogo protetto e di richiamo turistico, tecnici dell’Eni stanno organizzando le trivellazioni di domani.
Con una pubblica denuncia Angelo Bonelli ha ricordato come all’articolo 45 dello Sblocca Italia la gestione del demanio pubblico venga affidata a fondi immobiliari e alla Cassa depositi e prestiti. Gli impianti industriali che non hanno rispettato i limiti precedenti per gli scarichi a mare avranno deroghe proporzionali alle loro capacità produttive, Ilva compresa. E per la prima volta nella storia dell’ambiente questo ampliamento — che è già in Gazzetta ufficiale con il decreto 91, crescita e competitività — è stato affidato al ministero dello Sviluppo. Ancora, sono diventati meno restrittivi i valori di contaminazione del suolo per i siti militari: «Il pentaclorobenzene sarà tollerato in quantità 500 volte più alte».
Facendo leva sui Beni culturali di Dario Franceschini, «si stanno limitando i poteri di opposizione ai progetti delle soprintendenze » (lo sottoscrivono anche gli Amici della Terra). Il disegno di legge ambientale proposto dal governo e in discussione al Parlamento azzera, poi, le strutture direttive dell’autorità di Bacino nominando un commissario ad acta per le future autorità di distretto: anche qui un uomo solo, un burocrate, al comando. E nella riforma della pubblica amministrazione il ministro Marianna Madia prevede la soppressione del Corpo forestale e il suo riassorbimento nelle polizie provinciali o nella polizia di Stato. Il ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina, fin qui non ha protestato.
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