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Alex Zanotelli
Cento milioni di euro al giorno in armi
13 Settembre 2014
Appelli
«Appello: il governo blocchi le spese militari e «tagli le ali» agli F-35 che ci costeranno 15 miliardi di euro. Non è pos­si­bile che gli ita­liani tol­le­rino che il governo Renzi spenda tutti que­sti soldi in armi, men­tre non li trova per la scuola, per la sanità, per il terzo set­tore“.

Il manifesto, 13 settembre 2014 (m.p.r.)

La guerra imper­versa ormai dall’Ucraina alla Soma­lia, dall’Iraq al Sud Sudan, dal Calif­fato isla­mico (Isis), al Calif­fato del Nord della Nige­ria (Boko Haram), dalla Siria al Cen­tra­frica, dalla Libia al Mali, dall’Afghanistan al Sudan, fino all’interminabile con­flitto Israele-Palestina. Mi sem­bra di vedere il «cavallo rosso fuoco» dell’Apocalisse: «A colui che lo caval­cava fu dato potere di togliere la pace della terra e di far sì che si sgoz­zas­sero a vicenda, e gli fu con­se­gnata una grande spada», (Ap.6,4). È la «grande spada» che è ritor­nata a gover­nare la terra. Siamo ritor­nati alla Guerra Fredda tra la Rus­sia e la Nato che vuole espan­dersi a Est, dall’Ucraina alla Georgia.

Nel suo ultimo ver­tice, tenu­tosi qual­che giorno fa a New­port nel Gal­les, la Nato ha deciso di costruire 5 basi mili­tari nei paesi dell’Est, non­ché pesanti san­zioni alla Rus­sia. Il nostro pre­si­dente del Con­si­glio, Mat­teo Renzi, ha appro­vato que­ste deci­sioni e ha anche ade­rito alla Coa­li­zione dei dieci paesi, pronti a bat­tersi con­tro l’Isis, offrendo per di più armi ai kurdi. Inol­tre si è impe­gnato a man­te­nere forze mili­tari in Afgha­ni­stan e a far parte dei «dona­tori» che for­ni­ranno a Kabul 4 miliardi di dol­lari. Durante il ver­tice Nato, Obama ha invi­tato gli alleati euro­pei a inve­stire di più in Difesa, desti­nan­dovi come minimo il 2% del Pil. Attual­mente l’Italia destina 1,2% del pro­prio bilan­cio in Difesa.

Accet­tando le deci­sioni del ver­tice, Renzi è ora obbli­gato a inve­stire in armi il 2% del Pil. Signi­fica 100 milioni di euro al giorno. Que­sta è pura fol­lia per un paese come que­sto in piena crisi eco­no­mica. È la fol­lia di un mondo lan­ciato ad armarsi fino ai denti. Lo scorso anno, secondo i dati Sipri (lo Stoc­kholm inter­na­tio­nal peace research insti­tute, l’istituto inter­na­zio­nale di ricer­che sulla pace di Stoc­colma), i governi del mondo hanno speso in armi 1.742 miliardi di dol­lari che equi­vale a quasi 5 miliardi di euro al giorno (1.032 miliardi di dol­lari solo da Usa e Nato).

Siamo pri­gio­nieri del «com­plesso militare-industriale» sta­tu­ni­tense e inter­na­zio­nale che ci sospinge a sem­pre nuove guerre, una più spa­ven­tosa dell’altra, per la difesa degli «inte­ressi vitali», in par­ti­co­lare della «sicu­rezza eco­no­mica», come afferma la mini­stra della Difesa Roberta Pinotti nel Libro Bianco. Ci lan­ciamo in nuove guerre che asso­mi­gliano alle vec­chie. Come quella con­tro l’Iraq , dove hanno perso la vita 4.000 sol­dati ame­ri­cani e mezzo milione di ira­cheni, con un costo solo per gli Stati uniti di 4.000 miliardi di dol­lari. Ed è stata que­sta guerra alla base dell’attuale disa­stro in Medio Oriente, che fa ripiom­bare il mondo in una pau­rosa spi­rale di odio e di guerre. Papa Fran­ce­sco ha par­lato di Terza guerra mondiale.

Davanti a una tale situa­zione di orrore e di morte, non rie­sco a spie­garmi il silen­zio del popolo ita­liano. Que­sto popolo non può aver dimen­ti­cato l’articolo 11 della Costi­tu­zione: «L’Italia ripu­dia la guerra come mezzo di riso­lu­zione delle con­tro­ver­sie inter­na­zio­nali». Non è pos­si­bile che gli ita­liani tol­le­rino che il governo Renzi spenda tutti que­sti soldi in armi, men­tre non li trova per la scuola, per la sanità, per il terzo set­tore. Tan­to­meno capi­sco il silen­zio dei vescovi ita­liani e delle comu­nità cri­stiane, eredi del Van­gelo della non­vio­lenza attiva.

È ora che insieme, cre­denti e non, ci mobi­li­tiamo, uti­liz­zando tutti i metodi non­vio­lenti, per affron­tare la «Bestia» (Ap.13,1). Ritor­niamo in piazza e per strada, con volan­ti­naggi e con digiuni e, per i cre­denti, con momenti di pre­ghiera. Chie­diamo al governo sia di bloc­care le spese mili­tari che di «tagliare le ali» agli F-35 che ci coste­ranno 15 miliardi di euro. E come abbiamo fatto in quella splen­dida «Arena di Pace» del 25 aprile scorso, ritro­via­moci uni­ta­ria­mente nei due momenti col­let­tivi che ci atten­dono: Firenze e la Perugia-Assisi. Tutto il grande movi­mento della pace in Ita­lia ci invita a un primo appun­ta­mento, il 21 set­tem­bre, a Firenze, dalle ore 11 alle 16, al Piaz­zale Miche­lan­gelo. Il tema sarà: «Fac­ciamo insieme un passo di pace». Sarà l’occasione per lan­ciare la cam­pa­gna pro­mossa dall’Arena di Pace: una legge di ini­zia­tiva popo­lare per la crea­zione di un Dipar­ti­mento di Difesa Nonar­mata e Nonviolenta.

Il secondo grande appun­ta­mento sarà la Perugia-Assisi, il 19 otto­bre, con una pre­senza mas­sic­cia di tutte le realtà che ope­rano per la pace. Noi non atten­diamo più nulla dall’alto. La spe­ranza nasce dal basso, da que­sto met­terci insieme per tra­sfor­mare Sistemi di morte in Sistemi di vita. Ce la dob­biamo fare.

Noi siamo pri­gio­nieri di un Sogno così ben espresso dal pro­feta Michea: «Spez­ze­ranno le loro spade e ne faranno ara­tri, delle loro lance faranno falci, una nazione non alzerà più la spada con­tro un’altra nazione, non impa­re­ranno più l’arte della guerra». (Michea,4,3)

Alex Zano­telli è tra i fir­ma­tari dell’appello, a pochi giorni dal voto della camera dei depu­tati, sulle mozioni che chie­dono la can­cel­la­zione defi­ni­tiva o la revi­sione del pro­gramma degli F35. Hanno ade­rito alla cam­pa­gna «Taglia le Ali alle Armi» anche Roberto Saviano, Mario Mar­tone, Toni Ser­villo, Alice Rorh­wa­cher, Ste­fano Benni e Asca­nio Celestini

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