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Giuseppe Caporale
«Io, l’assessore più giovane d’Italia grazie a papà»
29 Giugno 2014
Stupidario
Ogni lasciata è persa! Come si fa a giudicare male papà Gianni che coglie una bella opportunità per la sua giovane figlia. La comunità, il bene comune: partiamo da chi ci è più vicino, meglio se da noi stessi..

Ogni lasciata è persa! Come si fa a giudicare male papà Gianni che coglie una bella opportunità per la sua giovane figlia. La comunità, il bene comune: partiamo da chi ci è più vicino, meglio se da noi stessi..

La Repubblica, 29 giugno 2014 (m.p.r.)

Pescara. Veronica Teodoro, 19 anni, è l’assessore più giovane d’Italia nei comuni oltre centomila abitanti. Ed è stata scelta da suo padre. «Quando papà Gianni me l’ha chiesto, mi è venuto un colpo… La mia migliore amica ancora non ci crede. Al telefono mi ha detto: mi stai prendendo in giro, vero?». Occorreva inserire una quarta donna nella giunta del nuovo sindaco di Pescara Marco Alessandrini, Pd, figlio del giudice Emilio ucciso da Prima Linea nel 1979. Una donna che fosse però “espressione” della lista civica “Teodoro”, formazione centrista con più di mille voti alle ultime elezioni e due consiglieri comunali eletti: Piernicola Teodoro e Massimiliano Pignoli (anche loro parenti della famiglia Teodoro).

Così papà Gianni — un passato tra Forza Italia e la Margherita — quando si è trovato di fronte al divieto di entrare lui in giunta e contemporaneamente all’obbligo di dover indicare una donna, ha proposto la figlia. E il sindaco Alessandrini ha detto sì, anche per evitare una crisi di maggioranza ancora prima di cominciare ad amministrare questa città di 123mila abitanti. E così da tre giorni, Veronica, studentessa di giurisprudenza a Bologna con tre esami all’attivo, due mesi di volontariato alla Croce Rossa e «nessuna esperienza politica», precisa lei stessa, è il nuovo assessore al Patrimonio comunale e alle Politiche giovanili. Non solo: «Anche all’associazionismo sociale, ai rapporti con il mondo del volontariato, all’Agenda21 e al marketing territoriale », sottolinea ancora lei. E come tutti gli altri assessori del Comune di Pescara riceverà un compenso di oltre 2mila euro al mese.

Quanto tempo ha avuto a disposizione per decidere?
«Papà mi ha dato solo due ore».
Come, papà? Non glielo ha chiesto il sindaco?
«No, è stato mio padre a chiamarmi. Qualche giorno fa mi ha detto: c’è questa opportunità, sappi che potrebbe non essere facile… Io senza pensarci troppo ho detto sì. Poi mi hanno chiamato tutti. Mio zio Piernicola che è consigliere comunale a Pescara. E anche l’altro mio zio Maurizio che diversi anni fa è stato assessore regionale. Anche il mio fidanzato e mia madre erano sorpresi. Penso proprio che adesso la mia vita cambierà».
Si è già pentita?
«Per niente, voglio dimostrare di essere all’altezza del ruolo che mi è stato assegnato ».
Pensa di meritarlo?
«Ha scelto mio padre, è vero, ma alla fine il sindaco Alessandrini poteva anche dire di no. È lui che mi ha nominato e mi ha indicato come sua collaboratrice. Si fida di me, anche se mi conosce poc. Devo ricambiare questa fiducia».
Lei è in carica da due giorni. Ha già preso possesso del suo ufficio? Ha parlato con i suoi nuovi collaboratori?
«No, non so neanche quale sarà il mio ufficio. So solo che avrò dei segretari che mi aiuteranno nel lavoro di tutti i giorni».
Lei ha la delega al patrimonio comunale. Ha idea di quanti e quali siano i beni pubblici di cui dispone il Comune di Pescara?
«Sinceramente no, ma avrò modo e tempo di valorizzarli e metterli ancora di più al servizio dei cittadini».
Che opinione ha della politica?
«Non sono mai stata una di quelle che sputa addosso ai politici... Anzi, li ammiro, perché gestire un piccolo comune o una città come Pescara non è facile. Ci vuole coraggio e impegno».
Occorre anche competenza, però.
«Nel mio caso sono troppo giovane, mi serve solo tempo. Ho voglia di lavorare e impegnarmi».
La sua nomina ha scatenato molte polemiche.
«Sono dispiaciuta soprattutto per i commenti di alcuni miei compagni di classe sui social network. Forse sono state le critiche che mi hanno ferito di più. Papà, però, dice che questo purtroppo rientra nelle difficoltà della strada che ho deciso di intraprendere».
Lascerà l’università?
«No, ma dovrò trovare una facoltà più vicina. Voglio diventare magistrato oppure avvocato. Spero di riuscirci conciliando tutto».

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