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Sara Monici
Il governo azzera il direttivo del Consorzio
21 Giugno 2014
MoSE
I gattopardi cambiano qualcosa perché tutto rimanga come prima. Qualche straccio vola, ma rimangono immutati: il dominio degli interessi delle Grandi Imprese su quelli della città, e naturalmente l'errore di fondo e la sorgente degli scandali, il MoSE.

I gattopardi cambiano qualcosa perché tutto rimanga come prima. Qualche straccio vola, ma rimangono immutati: il dominio degli interessi delle Grandi Imprese su quelli della città, e naturalmente l'errore di fondo e la sorgente degli scandali, il MoSE. Il Sole 24 ore, 19 giugno

Dopo l'inchiesta giudiziaria sul sistema di corruzione e fondi neri cresciuto intorno al Mose (con 35 persone in custodia cautelare), il Consorzio Venezia Nuova e il governo si preparano a rinnovare completamente il consiglio d'amministrazione, tecnicamente il "direttivo". È la decisione presa di comune accordo dai vertici del Cvn e l'esecutivo guidato da Matteo Renzi. Il dossier è in mano al ministero delle Infrastrutture. Si parla di preservare gli incarichi del presidente Mauro Fabris e del dg Hermes Redi, nominati un anno fa e quindi già garanti per il governo della discontinuità aziendale con il passato, ma di azzerare i consiglieri, scegliendo personalità "terze".
Per terze, profondamente, si intende qualcuno non interno alle imprese consorziate, i cui nomi sono finiti al centro delle indagini dei procuratori veneziani. La decisione è per ora ufficiosa. La prassi impone ora che i vertici del Cvn inviino una lettera al ministero guidato da Maurizio Lupi, offrendo la disponibilità a rivedere il direttivo. Cosa che dovrebbe avvenire già entro il fine settimana, o comunque nel giro di pochi giorni. Poi il governo dovrà indicare dei nomi, concordandoli con il Consorzio, trovando così una nuova squadra.
La selezione delle nuove personalità di garanzia dovrebbe essere fatta in tempi rapidi. Il fatto che venga nominato un nuovo direttivo, estromettendo i consorziati, è una scelta piuttosto forte da parte dell'esecutivo: non è tecnicamente un commissariamento (di cui molti sottolineano le difficoltà normative) ma prevede comunque l'ingresso di nuove figure di nomina governativa, alternative rispetto alle imprese associate. La decisione peraltro arriva subito dopo quella di abolire il Magistrato alle Acque, come scritto nel decreto sulle misure urgenti per la Pa, su cui l'esecutivo sta lavorando in questi giorni.
Una rapida rivoluzione per Venezia, visto che lo stesso Consorzio è concessionario del Magistrato alle Acque (dipendente a sua volta dal ministero delle Infrastrutture). I membri che dovrebbero lasciare l'incarico nel direttivo sono otto: Duccio Astaldi, Romeo Chiarotto, Giampaolo Chiarotto, Omer Degli Esposti, Francesco Giorgio, Americo Giovarruscio, Giovanni Salmistrari, Salvatore Sarpero, più un altro membro in attesa di designazione (il nome di Degli Esposti era già noto alle cronache per essere stato indagato e rinviato a giudizio per concussione dalla procura di Monza per il "sistema Sesto", uscito dal processo per sopraggiunta prescrizione del reato). Ieri il presidente del Cvn Fabris ha voluto dare delle rassicurazioni: «Abbiamo già avviato la discontinuità col passato - sottolinea Fabris -. Siamo stati convocati ad un tavolo di confronto con il governo per discutere quali opportune iniziative intraprendere, come l'eventuale rinnovo della governane e la possibile ulteriore riduzione dei costi finali dell'opera oltre ad ogni altra attività che si renderà necessaria per mettere a riparo il Mose dalle conseguenze delle inchieste in corso. In questo senso, abbiamo preso impegno di formulare una proposta, che presenteremo nei prossimi giorni. Non si parla di un commissariamento, di cui tra l'altro sarebbe tutta da verificare l'immediata praticabilità». Inoltre Fabris chiede che l'opera possa essere completata: «Il sistema di dighe mobili è ormai all'85% e quasi del tutto finanziato».
Intanto l'ex presidente del Magistrato alle Acque Patrizio Cuccioletta, accusato di corruzione, è stato interrogato dai pm e avrebbe ammesso le sue responsabilità nei mancati controlli al Consorzio a fronte di dazioni di denaro. Ieri inoltre il tribunale del Riesame di Venezia ha posto agli arresti domiciliari tre indagati nell'inchiesta sul Mose, tra cui Luciano Neri e Federico Sutto, i due ex funzionari del Cvn, accusati di aver consegnato materialmente il denaro che Giovanni Mazzacurati avrebbe distribuito ai politici per facilitare i lavori del Mose. La misura della detenzione domiciliare è stata concessa anche a Stefano Boscolo. Resta invece in carcere Stefano Tomarelli, ex componente del consiglio direttivo del Cvn.
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