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Roberto Michele; Balzani Fina
Paesaggio e degrado: chi sono i responsabili
7 Settembre 2012
Il paesaggio e noi
Parole di saggezza: il percorso è ancora molto lungo. Se son rose... L’Unità, 7 ottobre 2012 (m.p.g.)

Ernesto Galli della Loggia ha colto l’occasione delle sue vacanze in Calabria per rendersi conto della salute delle coste, del paesaggio ed in generale del patrimonio culturale del nostro Paese. Ha dunque meritevolmente espresso tutta la sua indignazione sulle pagine del «Corriere».Ha anche indicato senza indugi coloro che ritiene i responsabili del disastro e la soluzione da adottare. I colpevoli senza appello sono una masnada di praticoni e di incolti amministratori locali. Basterebbe dunque attribuire allo Stato centrale competenze e poteri. Ora, Galli della Loggia indica una dinamica almeno trentennale alla quale si è aggiunto il turbo dello pseudo-federalismo leghista al governo. È indiscutibile infatti il nesso tra sfascio del paesaggio e la politica dei condoni, del federalismo demaniale e dello sviluppo affidato al «piano casa», al tempo in cui tale politica figurava tra le priorità del governo.

Ci pare che il grado di vigilanza, da parte di alcuni importanti opinionisti, fosse allora molto modesto. Certo, ci sono gravi responsabilità di amministratori locali e di una certa impresa privata. Lo stesso centrosinistra deve fare profonda autocritica e rivedere presto alcune scelte legislative ed alcune pratiche amministrative assai diffuse. Ma c’è stata una filosofia che Berlusconi ha incarnato appieno e che ha deliberatamente ignorato la necessità della tutela e della produzione culturale così come dello sviluppo sostenibile. La soluzione di centralizzare tutto, dettata forse da un tardivo senso di colpa, è tuttavia anch’essa improponibile. Il Pd lavora invece a ridefinire un più chiaro equilibrio tra livelli di governo, semmai unificando la formazione dei funzionari pubblici responsabili del patrimonio culturale.

L’indirizzo deve essere netto: basta condoni e consumo di suolo. Le Regioni devono dotarsi senza più perdere tempo dei Piani Paesaggistici. I comuni e gli enti locali non debbono più essere costretti a trovare risorse finanziarie per investimenti e servizi essenziali dagli oneri di urbanizzazione. Soprattutto a regole chiare non deve più seguire la diffusa pratica della deroga. La nostra visione, anche su questi temi, deve saper coniugare la più sana tradizione autonomista con la capacità di tenere unito il Paese e l’Europa.

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