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Paolo Berdini
Il pensiero giovane di Antonio Cederna
26 Dicembre 2010
Scritti su Cederna
Nell’operazione del volume su Antonio Cederna i rigurgiti di quella cultura attardata che ha permesso la cementificazione di Milano e della Lombardia. Su ilfattoquotidiano.it, 24 dicembre 2010 (m.p.g.)

Nei giorni che hanno visto l’affermazione della maturità di un mondo giovanile stanco del sistema che li esclude sistematicamente, una pessima notizia viene dal mondo di Italia Nostra, la storica associazione che da 55 anni si batte per la tutela del patrimonio culturale e ambientale italiano.

E questa vicenda tocca paradossalmente proprio la figura di un uomo che ha di continuo alimentato la cultura dei giovani che si affacciavano alle prime esperienze della maturità, fornendo loro idee e la lezione del rigore. Antonio Cederna è stata una delle figure più eminenti di Italia Nostra, portando al suo interno idee e battaglie sempre nuove. Forse questo suo carattere di apertura era legato ad un elemento autobiografico, perché non era neppure trentenne quando venne chiamato a scrivere sul Mondo di Pannunzio. La protesta giovanile ha messo il dito sulla piaga di una società gerontocratica che non lascia invece il minimo spazio alle nuove generazioni.

Antonio Cederna è scomparso quasi quindici anni fa. Eppure le sue idee continuano a formare intelligenze. Da poco, grazie alla donazione della famiglia, è accessibile il suo archivio di libri e scritti, gelosamente e intelligentemente custodito dalla Soprintendenza archeologica di Roma. Tanti giovani possono alimentarsi delle sue idee che, solo per fare un esempio, hanno permesso di mantenere nella sua integrità il Parco archeologico dell’Appia Antica, obiettivo per il quale Cederna ha combattuto scrivendo quasi 200 articoli di denuncia e proposta.

Il ritardo di una vecchia cultura incapace di comprendere le novità dei tempi, si trova in una recentissima pubblicazione che la sezione della Lombardia di Italia Nostra ha dedicato al pensiero del grande intellettuale. Un’operazione apparentemente lodevole. Non fosse per il gravissimo fatto che i suoi scritti sono stati fatti precedere da due “contributi critici” che sono assolutamente antitetici al pensiero di Cederna. E’ come se l’opera del pool di Mani pulite della procura di Milano fosse introdotta da Ligresti o Pizzarotti, e cioè da personaggi che di quell’inchiesta furono imputati.

Ma tant’è. Sembra a qualcuno che sia meglio annacquare, diluire. Non prendere posizione. Far parlare uno a favore e uno contro, perché così si è più educati. Se il padre di Eluana Englaro parla –per pochi minuti dentro un palinsesto di milioni di ore dedicate a nani e ballerine - dell’urgenza di dotarsi di una legge civile sul fine vita, ecco che si chiede la “riparazione”. Se un civile leader degli studenti è invitato a parlare brevemente in una trasmissione di grande ascolto, ci pensa un ministro in carica a mettere in campo una fredda provocazione di stampo squadristico per non consentirgli di parlare. Tutto deve essere sommerso dal chiacchiericcio.

Così gli scritti di Cederna sono stati fatti precedere da una critica espressa molti anni fa da Luigi Mazza, uno dei padri dell’urbanistica contrattata milanese. Quell’urbanistica che ha permesso l’ulteriore cementificazione della città e del suo hinterland, consentendo addirittura di far costruire quartieri residenziali senza neppure eseguire le bonifiche dei suoli ex industriali. Così i bambini vanno dentro scuole che navigano su un mare di veleni. E’ la modernità. E’ il trionfo della città privatizzata teorizzato da intellettuali come Mazza. L’esatto contrario della visione pubblica della città che stava a cuore a Cederna. In un altro incredibile “contributo critico” si arriva addirittura a giustificare la realizzazione dell’osceno parcheggio nato davanti a Sant’Ambrogio, uno dei luoghi di Milano più carico di storia e fascino.

Questa stanca apologia dell’equilibrismo acritico sarebbe passata inosservata fino a poco tempo fa. Ancora non ci si era accorti che dietro alla demonizzazione di ogni pensiero critico si nascondevano solo vergognose speculazioni. Oggi i risultati sono invece evidenti a tutti. Roma è ormai una infelice città in preda ai più biechi appetiti speculativi. Firenze decide i destini dell’area di Castello in uno squallido pranzo tra l’ex sindaco Domenici, Ligresti e Della Valle. La (ex) bellissima Parma è preda di un manipolo di cementificatori. Centinaia di ettari di coste incontaminate della Sardegna, prima fra tutte quelle di Malfatano, sono a rischio di inutili lottizzazioni turistiche. Di Milano abbiamo parlato e gli esempi potrebbero continuare.

Ma il segnale nuovo che permette di ricollegarsi alle lotte dei giovani, è che il clima culturale sta cambiando. La famiglia Cederna ha infranto il mediocre tran tran dell’associazione, inviando una lettera di protesta alla presidenza di Italia Nostra. E questa protesta sta provocando un salutare dibattito che non potrà essere fermato. Le idee sempre giovani e attuali di Antonio Cederna non possono essere messe sullo stesso piano di quelle dei suoi nemici. Le sue città vivibili e il rispetto dell’ambiente sono i pilastri di un nuovo pensiero. Le idee degli speculatori e dei distruttori del futuro dei giovani sono il vecchio che sta tramontando. Anche se qualcuno non se ne è ancora accorto.

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