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Valutazioni ambientali, ci pensa il Consorzio
29 Ottobre 2010
MoSE
Giù il velo: la VAS affidata al Consorzio Venezia nuova. E come dire: la Guardia di finanza affidata al club degli evasir fiscali. La Nuova Venezia, 29 ottobre 2010

La Regione non ha i mezzi, né soldi né tecnologìe. E la Valutazione ambientale strategica (Vas) sarà fatta in collaborazione con il Consorzio Venezia Nuova. Iniziativa che farà discutere, quella approvata dall’assessorato al territorio di palazzo Balbi.



Un accordo di programma stipulato tra la giunta regionale e il Magistrato alle Acque prevede la possibilità per l’Ufficio Vas della Regione, diretto dall’architetto Giovan Battista Pisani, di «avvalersi delle strutture tecniche dell’Ufficio informativo del Consorzio Venezia Nuova». La Regione potrà anche utilizzare mezzi e strutture del Consorzio per la sua atività. Niente di male, se non fosse che il Consorzio Venezia Nuova - e le imprese che ne sono socie Mantovani, Sacaim, Condotte - sono attori di buona parte dei progetti e dei lavori per le infrastrutture e le opere nel Veneto che potrebberio avere bisogno proprio del parere della commissione Vas.

Una decisione che arriva dopo lunghe polemiche sugli interventi nel territorio veneto. Una cultura sta scomparendo, denunciano comitati e ambientalisti. Perché nonostante leggi come il Dlgs 42 del 2004, meglio noto come decreto Urbani e l’obbligo delle autorizzazioni paesaggistiche, continuano gli episodi di degrado, sfregi al paesaggio, progetti impattanti spesso regolarmente autorizzati proprio per la mancanza di professionalità e di esperti della materia. Entro la fine dell’anno la Regione dovrà anche decidere sull’attribuzione delle deleghe ai Comuni che saranno «giudicati idonei». Anche qui, secondo le associazioni per la tutela del paesaggio, si cela un grande pericolo. E il rischio che invece di una garanzia per il paesaggio e le arree di pregio, la decisione sui nuovi insediamenti e infrastrutture venga affidata al geometra del piccolo paese o alle stesse imprese. Salvo poi piantare qualche albero per nascondere le nefandezze di nuova realizzazione. Tutt’altra cosa dalla riqualificazione del paesaggio.

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