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Giuseppe Caporale
Crolli e macerie, altri dieci anni per ricostruire
6 Aprile 2010
Terremoto all'Aquila
Il bilancio della ricostruzione ad un anno dal sisma: fra errori e inganni. Da la Repubblica, 6 aprile 2010 (m.p.g.)

Dieci anni per ricostruire la città (con ventimila palazzi gravemente lesionati). Cinquantaduemila aquilani ancora senza la loro casa e "a carico dello Stato". E che rimarranno a lungo in questa condizione. I primi cantieri (4.500) autorizzati da mesi, ma fermi per problemi burocratici. Ma anche diciannove new town costruite dal governo a tempo di record, in appena sei mesi. È questa la foto dell´Aquila, un anno dopo il terremoto.

Nessun colpevole, invece, per i morti di Onna, Paganica, San Demetrio, San Gregorio, Castelnuovo, Poggio Picenze, Villa Sant´Angelo e per quelli del centro storico dell´Aquila: 150 inchieste giudiziarie su 184 - avviate pochi giorni dopo la tragedia dalla Procura della Repubblica dell´Aquila - saranno archiviate. I magistrati chiederanno il processo solo per 30 palazzi (costruiti dopo gli anni 60, quando sono entrate in vigore le norme antisismiche), dove gli inquirenti hanno riscontrato «cemento annacquato e violazione di tutte le nome antisismiche». Niente da fare per gli altri 150 crolli-killer: non si può processare nessuno. La legge non lo prevede.

Gli sfollati tra alberghi e tende

Dopo il sisma del 6 aprile, di magnitudo 5,9 della scala Richter (con 308 vittime e 1600 feriti) 67.459 sono stati da subito assistiti dalla Protezione civile: 35.690 sistemati in 200 tendopoli; 31.769 in hotel o case private. Nel giro di pochi giorni all´Aquila sono arrivati 17mila volontari. Ora - un anno dopo - sono 4.300 le persone ancora negli alberghi (sulla costa o L´Aquila), più altre 622 negli appartamenti presso la caserma della Guardia di Finanza di Coppito. Per tutti gli altri la Protezione Civile è riuscita a ottenere un tetto (19 mila aquilani sono stati sistemati nelle case realizzate dal governo). Le tendopoli sono state chiuse a dicembre. Tempi record anche per le scuole distrutte dal sisma: ne sono state tirate su e riaperte 32.

Ricostruzione: cantieri al palo

Dopo 80mila sopralluoghi tra i palazzi (effettuati da 5mila tecnici, per un totale di 73.521 verifiche su edifici pubblici e privati), le strutture totalmente inagibili sono risultate il 32% di quelle private, il 2% di quelle pubbliche e ben il 53% di quelle che rientrano nel patrimonio culturale. Più della metà degli edifici privati e pubblici sono risultati invece agibili. Ad oggi però su 4.500 cantieri autorizzati, appena 100 hanno dato il via ai lavori.

Le macerie ancora per le strade

Tre milioni e mezzo di metri cubi di macerie sono ancora per le strade del centro storico, e bloccano la ricostruzione. I comitati cittadini (poi diventati il "popolo delle carriole") per cinque domeniche consecutive hanno occupato le vie del centro, e rimosso le macerie a mano. Una protesta che ha costretto il governo a sbloccare la vicenda, coinvolgendo l´esercito. «Entro quindi giorni - ha assicurato pochi giorni fa il nuovo commissario delegato alla ricostruzione, il governatore della Regione Abruzzo Gianni Chiodi (che ha preso il posto di Bertolaso) - tutti i detriti saranno rimossi».

Crolli senza colpevoli

Per sapere la verità giudiziaria si dovranno attendere, invece, solo pochi mesi. Infatti, sulle 184 indagini portate avanti in Procura da un solo magistrato (Fabio Picuti) e dal procuratore capo Alfredo Rossini, solo 30 arriveranno probabilmente a processo. O almeno questa è l´intenzione degli inquirenti. I morti nei paesini del circondario, e nel centro storico dell´Aquila, rimarranno senza colpevoli, per la giustizia penale. Le costruzioni in questione ricadono in un´epoca storica nella quale non c’erano ancora norme antisimiche.

Un filone d’indagine che promette clamorosi sviluppi, riguarda invece la tragedia inutilmente annunciata da quattrocento scosse violente (nei quattro mesi prima del sisma), senza nessuna opera di prevenzione da parte dello Stato. Un´indagine che vede nel mirino la Protezione Civile su cui pende un dossier della Polizia con l’accusa di omicidio colposo (come scritto da Repubblica domenica).

Beni artistici: il tesoro distrutto

Sono 4.950 le opere d´arte salvate e messe in sicurezza in chiese e palazzi gravemente danneggiati dal sisma. Statue, dipinti, sculture, oggetti sacri e liturgici sono stati recuperati tra le macerie dai vigili del fuoco, delle soprintendenze, delle forze dell´ordine e dei 350 volontari di Legambiente. Il Fai ha avviato la ristrutturazione della Fontana delle 99 Cannelle, simbolo della città. Manca ancora all´appello la maggior parte dei finanziamenti promessi per i restauri dai Grandi della terra in occasione del G8.

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