loader
menu
© 2024 Eddyburg
Marco Dal Fior
Lo strano caso del muro di Como che non va mai giù
30 Dicembre 2009
In giro per l'Italia
Storia poco esemplare del “piccolo Mose” sul lago. Dal Corriere della sera, 30 dicembre 2009 (m.p.g.)

Il signor Innocente Proverbio, 62 anni portati con irruenza, da quando è in pensione neppure d’inverno rinuncia alla passeggiata sul lungolago con il cagnolino al guinzaglio. Ogni tanto si ferma davanti agli oblò aperti nella palizzata che nasconde il cantiere del «Piccolo Mose». Guarda e vede il deserto. Perché i lavori sono fermi da un paio di settimane e dietro il sipario di legno nulla si muove. Il muro che il signor Proverbio per primo denunciò pubblicamente con una lettera alla Provincia, il quotidiano locale, è lì al suo posto e ci resterà ancora per almeno un paio di mesi. Monumento all’immobilismo italico, all’ingorgo di poteri e alle alchimie della politica.

Il muro in questione è una colata di cemento di 120 metri di lunghezza e 2,5 di altezza che dallo scorso mese di settembre è inopinatamente apparso sul Lungolago Trento, la passeggiata che si apre a sinistra di piazza Cavour, il cuore di Como. Da gennaio 2008 quello spicchio di riva è diventato riserva di caccia di gru e betoniere. Obiettivo: la costruzione di un sistema di paratie che difendano la piazza e i quartieri a lago della città dalle esondazioni del Lario. Un progetto da 15 milioni di euro, finanziato da Stato e Regione con i fondi della legge Valtellina. Peccato che il lago in piazza dal 1845 a oggi ci sia finito in tutto 17 volte. E che l’altezza delle paratie (230 centimetri) nulla avrebbe potuto contro le alluvioni veramente devastanti, tipo quella dell’ottobre ’93, con l’acqua a 265 centimetri sopra lo zero idrometrico.

Ma quei 15 milioni di euro facevano comodo soprattutto per rifare completamente il lungolago. Lugano, a pochi chilometri, vanta spazi verdi e aperti sulle acque del Ceresio. Como a tutt’oggi deve accontentarsi di una passeggiata larga pochi metri.

Perché — in tempi di vacche magre per le casse degli enti locali— non approfittare dell’occasione? E allora, dopo anni di discussioni e di progetti, via con il «Piccolo Mosé», gestito, per risparmiare, dall’Ufficio Tecnico del Comune. Tutto bene fino a che il direttore dei lavori, l’ingegner Antonio Viola, decide che il muretto di contenimento previsto dal progetto è troppo basso, in alcuni punti potrebbe diventare a rischio inciampo, e perciò lo corregge, portandolo a due metri e mezzo.

La variazione non incide per più del 5% sui costi complessivi dell’opera, per cui non ha bisogno né di nuove delibere, né di discussioni pubbliche. Il muro viene su alla chetichella fino alla scoperta del signor Proverbio. E lì apriti cielo: sollevazione popolare, marce di protesta, indagine della Procura. Bossi che tuona «No al muro, Como non è Berlino», la Lega che se la prende con il sindaco, maggioranza che vacilla, l’assessore responsabile delle grandi opere dimissionato con i voti della sua stessa maggioranza. Insomma un vespaio. Al termine del quale il sindaco Bruni (segno politico Pdl, ascendente Comunione e Liberazione) si rassegna e sentenzia: «Il muro verrà abbattuto». Eravamo ai primi di ottobre. A fine dicembre il muro è ancora lì. Come mai?

Fino a che la magistratura non avrà concluso la sua inchiesta, non è possibile tirarlo giù» spiega Bruni. Intanto non si sta con le mani in mano: la Regione scova nelle pieghe dei bilanci un paio di milioni di euro per sistemare il disastro, ci si accorda per un nuovo progetto che prevede solo paratie mobili e, nella parte che fronteggia piazza Cavour, anche trasparenti, che la vista del lago non ne soffra. Non solo, viene dato il via ad un concorso internazionale, “per la sistemazione ambientale e territoriale” della zona del lungolago.

E il muro? Il cantiere resterà chiuso fino a febbraio, quando sarà completato l’iter del nuovo progetto. Il primo colpo di piccone non potrà partire prima. E cosa c’è di meglio di una demolizione voluta a furor di popolo che parte giusto ad mese dalle elezioni regionali?

ARTICOLI CORRELATI
30 Ottobre 2018

© 2024 Eddyburg