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Franca Selvatici
Un nuovo scandalo a Castello, Firenze
6 Gennaio 2009
Articoli del 2008
Dall’edizione fiorentina de la Repubblica (19 e 20 novembre 2008) le vicende giudiziarie esplose a proposito della celebre Piana di Sesto, oggetto di una storia lunga e poco edificante. Con postilla

mercoledì 19 novembre

Castello, accuse di corruzione

agli assessori Cioni e Biagi

Salvatore Ligresti non ha ancora posato un mattone, ma sull´area di Castello destinata ad accogliere un nuovo vasto quartiere di Firenze già aleggia l´ombra della corruzione. Il costruttore di origine siciliana, presidente onorario di Fondiaria Sai, proprietaria dei terreni di Castello, è indagato insieme con il suo braccio destro Fausto Rapisarda, con gli assessori comunali Graziano Cioni (sicurezza sociale) e Gianni Biagi (urbanistica), con due architetti progettisti e con il dirigente di Europrogetti (società del gruppo Fondiaria Sai). Per tutti l´ipotesi di reato formulata dai pubblici ministeri Giuseppina Mione, Giulio Monferini e Gianni Tei è il concorso in corruzione. I carabinieri del Ros hanno perquisito le abitazioni e gli uffici degli indagati e le sedi di Fondiaria Sai, del Consorzio Castello (la società del gruppo che si occupa della operazione immobiliare sulla piana) e di Europrogetti.

La tesi della procura è che il gruppo Fondiaria Sai guidato dal 2001 da Salvatore Ligresti abbia instaurato un «rapporto corruttivo» con i due assessori fiorentini. Un rapporto «connotato di promesse e dazioni» da parte dell´impresa e da «atti contrari ai doveri d´ufficio» da parte dei pubblici amministratori. L´obiettivo, per il gruppo Ligresti, sarebbe quello di ottenere l´avallo e l´esito positivo delle proprie iniziative economiche e imprenditoriali finalizzate, fra l´altro, alla massima valorizzazione dell´investimento immobiliare nell´area di Castello.

Nel caso dell´assessore all´urbanistica Gianni Biagi, gli inquirenti ipotizzano che egli abbia adottato «iniziative e provvedimenti in contrasto con gli interessi pubblici» del Comune di Firenze, in cambio della «promessa... di utilità economiche e non economiche, per sé e per altri, ovvero da conseguirsi da lui direttamente o indirettamente». Fondiaria Sai, fra l´altro, gli avrebbe chiesto indicazioni sui nomi di professionisti cui affidare incarichi di progettazione nell´area di Castello.

Quanto all´assessore Graziano Cioni, i magistrati gli contestano di aver instaurato con Fausto Rapisarda, indicato come «alter ego» di Salvatore Ligresti, «un rapporto corruttivo a carattere continuativo» e di aver garantito al gruppo imprenditoriale il suo costante appoggio politico e amministrativo, quanto meno negli ultimi cinque anni. I magistrati ritengono che l´assessore avrebbe dovuto astenersi dall´approvare la convenzione urbanistica stipulata il 18 aprile 2005 fra il Comune di Firenze e il Consorzio Castello (Gruppo Ligresti), che aveva ad oggetto lo sfruttamento edilizio dell´area di Castello. Avrebbe dovuto astenersi - secondo la procura - perché suo figlio è dipendente di Fondiaria dal 2002. Al contrario, secondo gli inquirenti, l´assessore non solo ha approvato la convenzione ma ha anche ricevuto concreti vantaggi dal gruppo Ligresti. Tramite Fausto Rapisarda ha ottenuto - sostiene l´accusa - la possibilità per una sua conoscente di prendere in affitto un appartamento in viale Matteotti di proprietà di Fondiaria. Gli contestano inoltre una gratifica in favore del figlio dipendente della compagnia di assicurazioni e un contributo di 30.000 euro corrisposto da Fondiaria Sai per finanziare la consegna a domicilio a tutti i fiorentini del regolamento di polizia municipale introdotto da una lettera di presentazione dello stesso assessore.

Oltre che per corruzione, Graziano Cioni è sotto inchiesta anche per violenza privata aggravata in una vicenda che si intreccia, secondo gli inquirenti, con la sua partecipazione alle primarie del Pd per la scelta del candidato sindaco di Firenze. Si tratta in questo caso di fatti recentissimi, risalenti al mese scorso, peraltro smentiti da tutti i protagonisti. Secondo le ipotesi di accusa, l´assessore avrebbe costretto a suon di minacce l´imprenditore Marco Bassilichi a rimuovere la sua dipendente Sonia Innocenti dall´incarico di rappresentante dell´impresa Bassilichi con le pubbliche amministrazioni. Ciò perché - affermano gli inquirenti - Sonia Innocenti intendeva appoggiare nelle primarie un altro candidato. La signora risulta infatti fra i firmatari che hanno sostenuto la candidatura dell´europarlamentare Lapo Pistelli. Secondo le accuse, dopo aver saputo che Sonia non l´avrebbe appoggiato e dopo avere ricevuto la conferma dalla stessa interessata nel corso di una burrascosa telefonata, Cioni si arrabbiò di brutto e fece una sfuriata con Bassilichi, dicendogli che non avrebbe mai più fatto entrare la signora Innocenti nel suo ufficio e che avrebbe fatto tutto quanto in suo potere per farle chiudere in faccia ogni altra porta. La procura ritiene che in tal modo l´assessore abbia messo Bassilichi con le spalle al muro, prospettandogli guai per la sua attività imprenditoriale se non avesse sostituito l´impiegata. Tanto più che - secondo le accuse - la minaccia sarebbe stata ribadita a Bassilichi tramite il presidente della Provincia di Firenze Matteo Renzi, altro candidato alle primarie in concorrenza con Cioni, con Pistelli e con l´assessore Daniela Lastri. Una brutta faccenda all´ombra della corsa alle elezioni del nuovo sindaco. Urla, sfuriate, accordi trasversali, minacce. Che tutti, però, smentiscono.

mercoledì 19 novembre

Domenici ai magistrati

"Fate presto l´inchiesta"

All´origine dell´inchiesta c´è la convenzione stipulata il 18 aprile 2005 tra il Consorzio Castello e il Comune di Firenze per l´utilizzo dell´area di proprietà dei Ligresti estesa 168 ettari. Con la convenzione la proprietà cedette gratuitamente al Comune 101 ettari (di cui 80 per un parco pubblico) avviando la fase realizzativa dell´intervento del quale a Firenze si parla dal 1983, quando il progetto insisteva su un´area ancora più grande, quella di ´Fiat-Fondiaria´. Nel 1989 fu una famosa telefonata di Achille Occhetto, allora segretario del Pci, a bloccare il via libera che la giunta guidata da Massimo Bogianckino (Psi) si apprestava a dare al progetto presentato in pompa magna pochi giorni prima in Palazzo Vecchio. Il progetto prevede la realizzazione di uffici pubblici e privati (fra i quali le sedi della Regione, della Provincia e un nuovo polo scolastico). Sono poi previste abitazioni, negozi, la scuola carabinieri, due alberghi, strade, piazze, scuole, impianti sportivi. Il completamento era previsto nel 2014. Due mesi fa Diego e Andrea Della Valle hanno presentato un progetto per il nuovo stadio di Firenze e il Comune ha già votato un emendamento al Piano strutturale che prevede la possibilità di realizzare un nuovo impianto in quella zona.

«Mi auguro, nel ribadire piena fiducia nell´autonomo operare della magistratura, che l´inchiesta possa essere chiusa presto anche tenendo conto del delicato momento politico-istituzionale che la città si sta accingendo a vivere, in vista delle prossime elezioni amministrative» ha detto intanto il sindaco Leonardo Domenici. «La situazione non fa venire meno la mia fiducia nei confronti di Gianni Biagi e Graziano Cioni, di cui conosco e apprezzo, oltre alla capacità amministrativa, anche le qualità umane e il cui apporto alla lunga azione di governo di questi anni è stato particolarmente importante».

giovedì 20 novembre

Ecco perché la procura crede

che Ligresti sia stato favorito

Domanda: «Qual è stata la fiammella che ha dato il via all´inchiesta?». Risposta di uno degli inquirenti: «La fiammella è un incendio». Dal che si dovrebbe dedurre che l´inchiesta per corruzione sul progetto di urbanizzazione dell´area di Castello di proprietà Fondiaria Sai è fondata su elementi più vasti e più gravi di quelli abbozzati nelle informazioni di garanzia che hanno colpito il costruttore Salvatore Ligresti, presidente onorario di Fondiaria Sai, il suo braccio destro Fausto Rapisarda, il suo collaboratore Gualtiero Giombini di Europrogetti, gli assessori fiorentini Gianni Biagi (urbanistica) e Graziano Cioni (sicurezza sociale), nonché l´architetto Marco Casamonti (Archea) e il professor Vittorio Savi, docente di storia dell´architettura, consulenti di Fondiaria Sai per il piano di Castello su indicazione (sostiene l´accusa) dell´assessore Biagi. I difensori si apprestano a ricorrere al tribunale del riesame anche per poter conoscere qualcosa di più delle carte in mano ai magistrati.

Ieri Palazzo Vecchio ha ribadito che non sono sotto accusa gli atti amministrativi sui terreni di Castello. E l´assessore Graziano Cioni, indagato per aver instaurato «un rapporto corruttivo di carattere continuativo» con Fausto Rapisarda del Gruppo Ligresti, ha ricordato che era assente il 14 dicembre 2004, quando la giunta approvò la convenzione attuativa del piano urbanistico esecutivo di Castello, poi approvata in consiglio comunale il 17 gennaio 2005 e stipulata il 18 aprile successivo.

Da quella convenzione, in ogni caso, occorre partire per comprendere l´ipotesi della procura secondo cui il Gruppo Ligresti sarebbe stato favorito. L´area ha una superficie di 168 ettari a ridosso dell´aeroporto di Peretola. L´accordo prevedeva che Fondiaria cedesse a titolo gratuito al Comune 130 ettari, di cui 80 destinati a parco urbano, il resto alla Scuola Marescialli dei Carabinieri, a strade, giardini, scuole, piazze. Sui restanti 38 ettari Fondiaria poteva realizzare circa 1500 appartamenti, oltre ad alberghi e a insediamenti commerciali e alla nuova sede della Regione. Allegati alla convenzione uno studio di impatto ambientale in forma semplificata, una valutazione previsionale di clima acustico e uno studio di accessibilità, infrastrutture e traffico.

Dopo la stipula dell´accordo accade però che la parte pubblica accresce i suoi progetti su Castello. Oltre alla Regione si pensa alla nuova sede della Provincia e a un complesso scolastico. Nascono seri problemi perché la convenzione prevede la facoltà per il Gruppo Ligresti di realizzare con le proprie imprese le edificazioni di interesse pubblico, mentre per legge Regione e Provincia non possono non bandire un appalto. La trattativa si conclude con la decisione che la parte pubblica acquisterà i terreni «a prezzo di mercato» (invece di riceverli a titolo gratuito).

A quel punto l´iter di trasformazione dell´area sembra acquistare una doppia velocità. In agosto il Consorzio Castello del Gruppo Ligresti ottiene le concessioni edilizie per costruire i fabbricati per «funzioni private», mentre è ancora in discussione la ulteriore variante sugli insediamenti pubblici, per la quale manca la valutazione di impatto ambientale. Quanto al parco urbano, la convenzione lo definisce «elemento essenziale per assicurare qualità urbana all´intero complesso» e stabilisce che le aree destinate ad accoglierlo siano cedute a titolo gratuito al Comune «sotto la condizione risolutiva che non ne venga modificata la destinazione urbanistica a parco urbano». In base alla convenzione, il parco deve essere realizzato da Fondiaria a scomputo degli oneri di urbanizzazione. Il progetto è di Christophe Girot, ritenuto «il miglior paesaggista del mondo». Ma nessuna concessione è stata finora rilasciata per la sua realizzazione. E la sua sorte è in bilico dopo che Diego Della Valle ha lanciato l´idea (corredata dal progetto firmato Massimiliano Fuksas) di un nuovo stadio e della cittadella dello sport, e il Comune ha inserito, nella bozza di piano strutturale, la previsione del nuovo stadio a Castello. Si presume a spese del parco, che verrebbe drasticamente ridimensionato, con l´ulteriore problema che i terreni non verrebbero più ceduti a titolo gratuito. Ma il sindaco Leonardo Domenici non sembra contrario, visto che ha espresso i suoi dubbi su quegli 80 ettari di verde che, secondo lui, potrebbero divenire «un ricettacolo dell´area metropolitana».

Postilla

Lo scandalo di quella che era la splendida Piana di Sesto, tra Firenze e Prato, era cominciato molto prima. A chi vuole conoscere la storia antica di quel lembo di territorio suggeriamo il bel libro di Daniela Poli (La piana fiorentina. Una biografia territoriale narrata dalle colline di Castello, Alinea editrice, 1999, prefazione di Alberto Magnaghi). La radice dello scandalo e il tentativo compiuto dal segretario nazionale del PCI Achille Occhetto per troncarla la trovate in un capitolo del libro di P. Della Seta ed E. Salzano (L’Italia a sacco. Come nei terribili anni 80 è nata e si è diffusa Tangentopoli , Editori riuniti, 1993). Una ricca storia degli eventi che si sono sviluppati fino a oggi la trovate nell'articolo di Paolo Baldeschi.

Se poi volete vedere che pattumiera è fiventata la Piana, date un’occhiata all'area su Google map o Google earth; e non è finita!

L'immagine si riferisce alla Piana di Sesto, qualche anno fa, ed è tratta da una pubblicazione del Comune di Sesto fiorentino

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