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Paola Pierotti
Bondi: qualità e concorsi con la legge
11 Luglio 2008
Stupidario
Segnaliamo le affermazioni del ministro (il primo meritevole d’essere ospitato in questa cartella) a proposito del conflitto tra “libertà creativa” e regole urbanistiche. Il Sole 24 Ore (Edilizia e Territorio), 10 luglio 2008

«Entro l’estate il via libera alle norme quadro» sull’architettura propone un manifesto per le città sostenibili.

Non solo tutela del patrimonio ma incoraggiamento dei divenire». Sandro Bondi, ministro per i Beni e le attività culturali ha aperto il XXIII Congresso mondiale degli architetti di Torino (29 giugno-3 luglio) sostenendo che «il rilancio economico e civile del nostro Paese passerà attraverso una nuova stagione della cultura che risponde alle esigenze dei cittadini. Il vero committente ha poi aggiunto - sono le generazioni future: dobbiamo lasciare il mondo un po’ migliore di come ci è stato consegnato».

Legge quadro sull’architettura e concorsi è un mix di «maggiore libertà» e indirizzi pubblici riformatori quello annunciato da Bondi a Torino per rilanciare il contemporaneo.

Un appello che si concretizza nell’intenzione di portare in uno dei prossimi Consigli dei ministri, ed entro l’estate, la «Legge quadro sulla qualità dell’architettura» che per ben tre legislature si è arenata in Parlamento. Un disegno di legge che promuove l’arte e l’architettura contemporanea, attraverso un impegno congiunto dei ministeri dei Beni culturali e delle Infrastrutture.

Tema principale del Ddl già promosso dagli ex ministri Melandri, Urbani e Rutelli è il concorso di architettura. Il Ddl favorisce la partecipazione dei giovani progettisti alle gare e prevede anche la predisposizione di un fondo per l’espletamento dei concorsi «per le opere di rilevante interesse architettonico e che siano destinate ad attività culturali o ubicate in aree di particolare interesse». Nella bozza di Ddl ora riesumata da Bondi c’è anche il «riconoscimento del valore artistico delle opere di architettura contemporanea» e tra le assolute novità del documento ci sono gli incentivi e i bonus fiscali per la realizzazione di opere d’arte negli edifici pubblici e privati. «Le amministrazioni devono promuovere i concorsi di architettura nelle forme del concorso di idee e di progettazione - ha ribadito Bondi a Torino -. Si devono inoltre favorire i giovani con competizioni a loro dedicate. Arte e architettura devono tornare nel cuore delle città. Non va frenata la capacità creativa delle nuove generazioni».

Paesaggio e periferie

Contro la bruttezza dell’edilizia realizzata negli ultimi anni Bondi ha invocato la «libertà» creativa. «In Italia ha aggiunto - ciò che è stato costruito negli ultimi 60 anni è brutto, banale e insignificante. Ci sono eccezioni come ciò che ha realizzato Adriano Olivetti, ma sono rare. Le città d’arte furono costruite senza leggi urbanistiche, leggi che una volta introdotte hanno saputo produrre solo bruttezza e squallore nelle nostre città». Bondi ha così incoraggiato e sostenuto la convenzione europea sul paesaggio e indicato una politica nazionale di recupero delle periferie, «anche incentivando demolizione e ricostruzione». «Paradossalmente i piani regolatori - ha aggiunto Bondi - hanno dato regole ma imbrigliato la creatività, producendo città brutte».

Priorità ambiente

Nel corso del Congresso si sono susseguiti numerosi interventi a sostegno dello sviluppo sostenibile, invitando al riuso del costruito e a un minor consumo del suolo, alla rottamazione di città e di edifici che non garantiscono il benessere. A chiusura dell’evento, l’Uia, Unione internazionale architetti, ha presentato un manifesto dedicato proprio alla «nuova frontiera eco-metropolitana». Un documento interdisciplinare e internazionale «dedicato alle questioni ecologiche e ambientali, in cui si prevede l’intervento delle diverse categorie professionali con proposte che riguardano la crisi ambientale e sociale del pianeta», ha dichiarato Raffaele Sirica, presidente del Consiglio nazionale degli architetti. La carta individua le principali patologie delle aree metropolitane e propone linee strategiche per contrastarle. «Tra i principali elementi di crisi- spiega Aldo Loris Rossi, professore della Federico II di Napoli, uno dei curatori del documento - ci sono l’esplosione demografica, l’espansione delle metropoli e la globalizzazione dei mercati e delle infrastrutture. Altre patologie sono ancora il conflitto per il dominio dell’energie, la crescita di rifiuti, dell’inquinamento e dell’effetto serra. Non ultimo l’ autoreferenzialità dell’architettura nell’era della società-spettacolo». Il manifesto si appella a una sintesi tra economia ed ecologia, e auspica che «l’architettura digitale sia uno strumento per far sì che il progetto non crei icone spettacolari ma protesi della natura». Una nuova civiltà del riciclaggio, del controllo dell’inquinamento e dell’effetto serra. Una nuova alleanza con la natura.

Il Congresso si è chiuso con un messaggio pro ambiente dopo aver dato spazio per cinque giorni a voci di critici, artisti, scrittori, sociologi, architetti, intellettuali di tutto il

mondo. Sono intervenuti anche Kengo Kuma, Massimiliano Fuksas, Dominique Perrault e Peter Eisenman, ma la kermesse è stata concepita soprattutto per essere un evento senza tappeti rossi. «Non c’era chi non ha voluto o potuto esserci» dicono gli organizzatori.

Il Congresso è stato soprattutto un’occasione di dialogo e di condivisione intorno al tema «Trasmitting Architecture», ovvero la capacità e la forza che ha l’architettura di esprimere e trasmettere nel tempo valori, emozioni e culture diverse. «Il Congresso - ha dichiarato Leopoldo Freyrie, relatore generale - è stato promosso come occasione per gli architetti per assumersi, per la loro parte, le proprie responsabilità. Come la democrazia politica è il presupposto irrinunciabile dello sviluppo civile e sociale di ogni Paese, così la democrazia urbana è il fattore di crescita dei confronto per un processo di trasformazione del territorio sostenibile, ordinato e credibile».

Manifestazioni fuori evento

Tra le numerose iniziative organizzate fuori dal programma ufficiale, oltre alle mostre, ai concerti e ai talk in città, è stato presentato un progetto che racconta attraverso video, documentari e reportage come l’architettura incida sulle trasformazioni del tessuto urbano. Si tratta di un progetto dinamico che invita studenti e ricercatori di venti città europee a utilizzare tutti i canali e linguaggi della comunicazione. È questa la sfida di «Check-in Architecture», iniziativa lanciata a livello europeo da Mini, in collaborazione con Torino 2008 World design capital.

Si chiama invece «Machinavisionaria» lo strumento di assistenza alla progettazione con il quale l’Ordine degli architetti di Roma ha partecipato al Congresso. Una piattaforma tecnologica che consente di trasmettere e ricevere, da e per qualsiasi luogo del pianeta, visioni di architettura.

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