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Francesco Erbani
Toscana, le cento ferite che uccidono il paesaggio
28 Giugno 2008
Toscana
Un convegno della rete dei Comitati toscani: di denuncia e di proposta. E una piccata replica del presidente della regione. Da la Repubblica, 28 giugno 2008 (m.p.g.)

Centonove vicende di maltrattamenti, distribuite in tutta la Toscana, con una concentrazione nell'area fiorentina e ad esclusione di due sole zone, la Garfagnana e il Casentino. La Rete dei comitati coordinati da Alberto Asor Rosa ha stilato una mappa degli scempi del territorio toscano, dalle espansioni edilizie agli stabilimenti industriali. I comitati hanno organizzato per oggi un convegno a Firenze (Circolo Vie Nuove, via Donato Giannotti 13). Partecipano, fra gli altri, Asor Rosa, Salvatore Settis, gli urbanisti Edoardo Salzano, Paolo Baldeschi e Giorgio Pizziolo, l'agronomo Mauro Agnoletti.

La Toscana si conferma una regione a elevata conflittualità ambientale, da quando, due anni fa, esplose la vicenda delle case costruite sotto la rocca di Monticchiello. Da allora sono sorti molti comitati di tutela. Che, con quelli già esistenti e con le associazioni ambientaliste, hanno costituito una rete. Un'antica abitudine alla partecipazione ha alimentato forti passioni e stimolato competenze e analisi. Sull'altro fronte le istituzioni regionali e molte locali, si sono impegnate a difendere una lunga storia di buongoverno. La mappa disegna una regione puntellata da inestimabili luoghi di pregio a fianco dei quali figurano località inghiottite dal cemento. «Le emergenze territoriali nella Toscana», spiega Claudio Greppi, geografo dell'Università di Siena e autore del dossier che accompagna la mappa, «non sono smagliature occasionali, come dicono gli amministratori pubblici. Sono le conseguenze di come viene applicata la legislazione regionale. E gli effetti delle norme si vedono solo ad alcuni anni di distanza». La mappa raccoglie le segnalazioni dei comitati. Fra le realizzazioni più discusse il grande albergo di Poggio Murella, a Manciano, progettato da Paolo Portoghesi; o gli insediamenti di Campagnatico, di Monte Argentario e di Capoliveri all'isola d'Elba, sui quali pendono inchieste della magistratura. A Casole, sul colle di San Severo, vista mozzafiato sulla Val d'Elsa, c'era un piccolo podere con un casale in pietra, una stalla e qualche annesso: ora spuntano dieci villette con cinquanta appartamenti e persino un laghetto artificiale. Un villaggio turistico dovrebbe sorgere invece a cinquecento metri dalla Rocca di Campiglia Marittima: se il minuscolo borgo occupa sul cocuzzolo 50 mila metri quadri, ai suoi piedi il villaggio si estenderà su un'area grande più della metà dell'abitato medievale. Ottantaquattro sono invece le villette contestate nella zona di Palaia, a Greve in Chianti. Un altro caso ancora, Castelfalfi, piccolo borgo di origine longobarda inserito in una vasta tenuta, con campo da golf e con edifici in parte già trasformati in residenze turistiche. La proprietà è stata acquistata da Tui, un gigante tedesco del turismo, che progetta nuove edificazioni per 140 mila metri cubi, un albergo da 240 posti letto, un villaggio per altri 400, e piccoli borghi dove oggi ci sono isolati casali, oltre all´aumento del campo da golf da 68 a 162 ettari. Fra le emergenze si segnalano stravolgimenti nel centro storico di Fiesole, ma anche l'ampliamento dell'aeroporto di Ampugnano, vicino a Siena, e la costruzione dei 110 chilometri di autostrada da Civitavecchia a Grosseto. Ma complessivamente è sotto accusa tutta la politica urbanistica attuata in vaste zone della regione. Spiega Edoardo Salzano: «L'azione di tutela non è semplice conservazione, ma amorevole accompagnamento e guida che consenta il prolungamento nel tempo delle regole, degli equilibri che la qualità di paesaggi urbani e rurali hanno costruito e mantenuto fino a oggi".

"Ma il cemento non è dilagato"

Intervista a Claudio Martini di Francesco Erbani - la repubblica, 28 giugno 2008

«Fra i comitati è prevalsa una politica di contrapposizione. Hanno vinto istanze estremiste e per certi aspetti regressive». Claudio Martini, presidente della Regione Toscana, non potrebbe essere più secco. Con i comitati ogni dialogo è interrotto. «Qualcuno ha anche detto che dietro le scelte urbanistiche c'è odore di tangenti. E a questo punto per me il discorso si chiude».

I comitati accusano la Regione di aver favorito una politica di espansione edilizia.

«Sono scandalizzato a sentir parlare di Toscana infelix. Nella regione avvertiamo la presenza di interessi speculativi, che dopo aver aggredito le coste si spostano nelle zone interne. Ma chi sostiene che ci saremmo consegnati a essi non fa i conti con la realtà».

E la realtà qual è, secondo lei?

«Ci sono problemi e possiamo anche discuterne. Ma con la nuova legislazione regionale l'insediamento di Monticchiello non sarebbe stato possibile. E poi non è vero che dovunque spuntino ecomostri».

Lei non crede che il cemento stia dilagando in Toscana?

«Non ci credo. A breve avremo nuove rilevazioni sull'urbanizzazione. Ma posso anticipare che negli ultimi dieci anni in Toscana il fenomeno è stato inferiore alla media italiana e inferiore anche al dato del decennio precedente».

Vi accusano di aver lasciato mano libera ai Comuni, troppo deboli rispetto a certi interessi.

«Se non ci fosse stata l'opera di salvaguardia dei comuni toscani non avremmo avuto la salvaguardia di teatri, castelli, siti archeologici. In ogni caso, con la nuova legge regionale, i Comuni non sono lasciati da soli. È prevista una pianificazione del territorio in accordo con la Regione e anche con le soprintendenze. Ma il problema è che i comitati hanno un'idea dello sviluppo improponibile. Loro contestano anche ospedali, impianti di energia eolica e geotermica. Non vogliono campi da golf. Protestano se uno stabilimento industriale chiede un ampliamento, senza il quale è costretto ad andare in Germania».

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