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Appia antica, un parco fino in Centro
4 Maggio 2008
Pagine di cronaca
Negli interventi di La Regina e Bucci nuove speranze e vecchi abusi nella lotta infinita per la tutela della regina viarum. Da la Repubblica, ed. Roma, 4 maggio 2008 (m.p.g.)

Appia antica, un parco fino in Centro

di Adriano La Regina

Il proposito di provvedere con una legge della Regione Lazio all'ampliamento del Parco dell'Appia antica, su cui la Giunta si era in passato impegnata e di cui vi è grande attesa, viene ora ripreso negli uffici regionali, e la nuova attività istruttoria dovrebbe giungere a compimento in tempi brevi. Il progetto prevede l'estensione dell'area inclusa nel perimetro del parco, che passerebbe dagli attuali 3500 a ben oltre 5000 ettari di superficie. Si verrà così a costituire un comprensorio territoriale di ragguardevoli dimensioni, tutelato non solo dallo Stato per la conservazione del patrimonio archeologico e paesaggistico, ma anche dalle norme regionali sulla protezione dei caratteri naturalistici e ambientali.

Sulla base delle intese da tempo istituite con l'assessore all'ambiente della Regione, Filiberto Zaratti, si sono avuti al riguardo due incontri del presidente del Parco con il vice presidente della giunta regionale, Esterino Montino. Si sono esaminate le concrete possibilità di far pervenire celermente il progetto di legge all'esame del Consiglio regionale con i ritocchi necessari per incrementarne l'efficacia. Si è tra l'altro convenuto sull'opportunità di procedere all'approvazione del piano d'assetto del Parco solamente dopo l'approvazione della legge di ampliamento, in modo da adeguarlo alla nuova dimensione e di rivederlo in alcuni aspetti risultati carenti a seguito di verifiche eseguite nel tempo intercorso dalla sua predisposizione. Sarà inoltre necessario raccordare il piano stesso, lo strumento che renderà pienamente efficace l'azione dell'Ente, con le norme di tutela paesistica approntate dalla Regione.

Sono confermati i propositi di inserire nel perimetro del parco le aree di grande pregio ambientale sulle quali il Comune di Marino sta predisponendo massicci programmi di urbanizzazione, dal peso di quelli a suo tempo previsti per Tormarancia e scongiurati con il vincolo archeologico e con l'attribuzione di quella tenuta al parco. Sempre riguardo al territorio di Marino sarà necessario riconsiderare il perimetro dell'ampliamento per includervi l'area di una città antica, comunemente identificata con Mugilla, anch'essa esposta a gravi trasformazioni e tuttavia ancora priva di tutela archeologica. È parimenti confermata la previsione di inserire nell'ambito del parco il fosso della Cecchignola con il colle della Strega.

La maggiore novità è costituita dalla previsione di ampliare l'area del parco all'interno delle mura aureliane non solo ai lati della via Appia fino a piazzale Numa Pompilio, com´è nel progetto di legge già formulato, ma anche al di là della via Latina fino a Porta Metronia, e di includervi inoltre il primo tratto della strada, a partire dal punto in cui si trovava l'antica porta Capena, ossia subito prima del Circo Massimo. Il parco della via Appia verrà così effettivamente a saldarsi con l'area archeologica centrale, e vi rientreranno le Terme di Caracalla con le aree retrostanti fino alle mura, e quelle alle pendici del Celio verso la passeggiata archeologica. Questi spazi all'interno delle mura, che si potevano immaginare sufficientemente tutelati, alla prova dei fatti si sono rivelati esposti a gravissime trasformazioni. Una, la più devastante, è stata provocata con il riempimento della vallecola a ridosso del bastione del Sangallo, avvenuto nel 2004, che ha comportato la perdita di un paesaggio affascinante nel contesto monumentale. Altre trasformazioni perniciose incombono sul parco S. Sebastiano e sulle aree limitrofe, ove si vorrebbe costruire un teatro per l'associazione Angelo Mai, e dove baracche abusive condonate starebbero per essere trasformate in ville. Per non dire del decadimento d´immagine a cui viene periodicamente esposto l'ingresso all'area centrale di Roma per la ripresa abitudine di ubicare feste e manifestazioni poco consone al carattere dei luoghi lungo il tratto iniziale della via Appia, di fronte alla FAO e alle terme di Caracalla.

Condonate due mega ville tra le rovine

di Carlo Alberto Bucci

La lunga battaglia per la difesa dell'Appia antica dall'assalto dell'abusivismo registra la vittoria dei proprietari di due mega ville costruite in zona e su resti archeologici. A denunciarlo è Rita Paris, responsabile della Regina Viarum per la Soprintendenza archeologica di Roma, l'indomani l'inchiesta di Repubblica sul paradossale caso del concessionario Hyundai (che, privo di permessi, lavora nel parco occupandosi, tra l'altro, della manutenzione delle auto della Provincia e del Viminale) e della villa della famiglia Anzalone costruita sopra e dentro il sepolcro di Sant'Urbano. «È di questi giorni la sentenza del Tar e del Consiglio di Stato - racconta l'archeologa - che rigetta il ricorso del Comune di Roma che, dopo l'opinione della nostra Soprintendenza, si era espresso contro la costruzione di due ville di circa 500 metri quadri l'una».

Non una veranda né un barbecue in muratura. Ma un grande abuso, uno dei centinaia che funestano il parco. Una distesa di stanze e cemento per due principesche dimore, a proposito delle quali i giudici hanno sentenziato che il vincolo archeologico era stato posto solo dopo la loro costruzione nel parco composto da 3500 ettari in mano (soprattutto) ai privati. «Si sono attaccati a un cavillo» esplode la studiosa. «Perché, prima ancora della tutela archeologica, sull'area vige da mezzo secolo il vincolo di assoluta inedificabilità sancita dal Piano regolatore del 1965 e da quello paesaggistico del 1953». I proprietari delle ville, costruite negli anni Settanta, hanno puntato sui condoni edilizi dell'85 e del ‘97. E l'hanno avuta vinta. Almeno per il momento. «Noi ora abbiamo le mani legate e, dopo il danno anche la beffa, siamo stati condannati a pagare 4000 euro per le spese del processo» aggiunge Rita Paris «ma rimane aperta la questione dei vincoli urbanistici e paesaggistici che il Campidoglio può, e deve, far valere».

Nei prossimi giorni si terrà al Ministero Beni Culturali un incontro tra i direttori generali dell'archeologia (De Caro) e del paesaggio (Di Francesco) con i dirigenti dell'ufficio condoni (Murra) del Campidoglio. Mentre a occuparsi, tra l'altro, dell'Appia Antica, sarà oggi il programma televisivo di Rai Tre Report focalizzato, stasera, sull'urbanistica di Roma.

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