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Cambia padrone la Cascinazza di Monza
6 Marzo 2008
In giro per l'Italia
Ricordate quello scandalo all’italiana, denunciato dal Comune, da Report e dalle associazioni ambientaliste? La proprietà passa da Berlusconi Paolo ad altri, ma il rischio rimane. Da Il Cittadino, 6 marzo 2008

Cascinazza, si vende: pronta la nuova cordata

di Giuliano Da Frè

Tre mesi, e la più grossa grana urbanistica monzese degli ultimi quattro decenni non porterà più il nome di Paolo Berlusconi. Istedin lascia la Cascinazza e a comperare è una cordata formata da Brioschi Sviluppo Immobiliare Spa, uno dei maggiori gruppi italiani, e Axioma Real Estate Srl di Angelo Bassani e Gabriele Sabatini, attraverso la Lenta Ginestra Srl, cui le due società partecipano rispettiva mente per il 70 e il 30 per cento del capitale. Staccando un assegno da 40 milioni di euro, Massimo Busnelli, presidente della Lenta Ginestra, dovrebbe acquisire, entro il 15 giugno, data (data entro la quale l’accordo dovrà essere perfezionato) il 100 per cento del capitale di Istedin, la società del fratello del candidato premier, proprietaria dell'area che, da oltre 40 anni, è al centro di un braccio di ferro edilizio con l'Amministrazione comunale. Dalla Brioschi immobiliare però spiegano che i 40 milioni di euro potrebbero non essere tutti i soldi sborsati per acquistare un'area che, in passato, ha visto stimare il proprio valore tra i 30 milioni di euro indicati dall'ex Giunta Faglia, e i 90-100 indicati da Istedin, mentre in autunno una cordata guidata da Valentino Giambelli aveva offerto 92 milioni. Dipenderà da cosa si potrà costruire, in base alle indicazioni del Piano di governo del territorio da poco adottato, e di eventuali varianti. «In base all’accordo preliminare sono stati previsti 40 milioni di euro, un prezzo suscettibile di una integrazione in base all'indice di edificabilità previsto», ha spiegato un portavoce della società. Ancora troppo presto, quindi, fanno notare da Lenta Ginestra, per parlare di progetti concreti, poiché è in corso un tavolo di confronto col Comune («Molto positivo», commentano dalla società), che comprende anche il destino di un'altra area di proprietà della Brioschi immobiliare al Torneamento, di oltre 115mila metri quadrati. Cascinazza era divenuta una «amara» grana urbanistica dopo un accordo firmato nel 1962 dai precedenti proprietari, i Ramazzotti dell'omonimo amaro, col Comune, che aveva acquisito aree in cambio di un 1 milione e 600 mila metri cubi di edificabilità, poi ridotti a 388mila col Piano regolatore Piccinato del 1971. Nel 1980 i Ramazzotti avevano venduto a Berlusconi, che alla Cascinazza sognava di realizzare Monza 2, sulla falsariga della Milano 2. Un cambio di proprietà che però non ha portato a cambiamenti nel braccio di ferro con l'Amministrazione, soprattutto quando il nome di Berlusconi ha iniziato a coincidere con «grana politica», dopo la discesa in campo del fratello Silvio nel 1994. Paolo Berlusconi aveva tentato in tutti i modi di ottenere il vià libera alle ruspe dell’Istedin, avviando anche una causa risarcitoria contro il Comune, per 300 milioni di euro, chiusa nel febbraio 2007 dalla Cassazione, che aveva detto «no» al risarcimento, ritenendo valide le ragioni addotte dall'Amministrazione. Ora, la patata più bollente (e stantia) dell’urbanistica monzese, passa in un'altra padella.

Vigano: “Alla base di tutto forse c’è un accordo per spalmare su più aree i volumi che ballano in città”

Intervista all’ex assessore all’urbanistica, di Monica Bonalumi

Quei quaranta milioni di euro che il gruppo Brioschi sarebbe disposto a sborsare per l'acquisto del- l'Istedin rappresentano un acconto. Ne è convinto l'ex assessore all'Urbanistica Alfredo Viganò che commenta stupito, ma non troppo, la firma del contratto preliminare che dovrebbe portare al passaggio dell'area Cascinazza dalle mani di Paolo Berlusconi a quelle di una cordata di imprenditori lombardi.

“Ci sono dei fatti nuovi se la proprietà non pretende più novanta milioni e passa a scatola chiusa come aveva fatto fino a pochi mesi fa quando dava per scontato che non si sarebbe arrivati all'approvazione del Piano di governo del territorio - riflette il consigliere comunale della lista Faglia - Sarà interessante vedere fino a quanto salirà l’importo di questa prima tranche. A quel punto sarà possibile valutare se tra gli operatori vi siano state aspettative indotte da scelte politiche”. L'accordo a suo parere potrebbe essere una rivisitazione del tentativo di dar vita a una sorta di agenzia privata, effettuato recentemente da alcuni costruttori le cui osservazioni al Pgt sono state sì bocciate, ma inserite dalla giunta nel cosiddetto elenco speciale che dovrebbe rappresentare il punto di partenza per la stesura della Variante al Piano. “Alla base dell’intesa potrebbe esserci il tentativo di alcuni operatori di spalmare su più aree i volumi che ballano sull'intera città” afferma. Secondo l'ex assessore si potrebbe profilare quello che definisce “gioco delle tre tavolette” in cui vengo- no unite le questioni legate a terreni e società differenti, dalla Cascinazza a viale Campania per arrivare al Torneamento. “Cambiano i proprietari ma, per quel che mi riguarda, la questione non muta -aggiunge Viganò - prima di edificare nella zona Cascinazza è necessario studiare e realizzare una vasca di esondazione del fiume, In seconda battuta occorre organizzare il Parco agricolo connesso a quello del Medio Lambro e cancellare il canale scolmatore che deturperebbe il Parco e l'intera città e che consente di giocherellare poco seriamente con le fasce di rischio idraulico, in particolare in quella zona”. Ma non sarebbe ancora sufficiente a trasformare il terreno in un complesso residenziale: “Per realizzare le varianti desiderate su aree agricole o si cambia ancora una volta la Legge regionale fatta ad hoc per Monza o si cambia il Piano Territoriale della Provincia - spiega l'ex assessore - il percorso non è comunque semplice e non è detto che lo sia neppure per la maggioranza dato che potrebbe rovinare altre economie locali”.

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