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Edoardo Salzano
20050504 30 righe per la Regione Sardegna
8 Marzo 2008
Interventi e relazioni
Un breve testo che ho scritto per il sito web della Regione Autonoma Sardegna, dopo la prima riunione del Comitato scientifico per la pianificazione paesaggistica

La Sardegna ha due primati: è la prima regione italiana il cui presidente abbia rifiutato il titolo mediatico di “governatore”, che rappresenta un simbolo delle velleità autoritarie e centralistiche che una fase del regionalismo ha conosciuto, ed è la prima regione italiana che abbia messo il paesaggio al centro della sua attenzione. Renato Soru ha ripreso in questo senso una grande intuizione di Benedetto Croce: il paesaggio come espressione concreta della identità del paese. Il paesaggio della Sardegna come valore in sè: è valore, perciò non ha bisogno di essere “valorizzato”. Soprattutto se guardiamo al modo in cui altri hanno “valorizzato le coste della Sardegna costruendo orrori di finti paesi, omologhi a quelli che sorgono in ogni altro luogo ridente del mondo, e sconvolgendo la vita dei territori circostanti: “hanno costruito villaggi fantasma, e hanno reso fantasmi i villaggi vivi”, ha detto il presidente Soru nell’aprire i lavori del Comitato scientifico.

Questo paesaggio va in primo luogo difeso, perché è soggetto a tensioni fortissime a una trasformazione che è distruzione: distruzione della memoria, della bellezza creata dalla collaborazione del lavoro e della cultura dell’uomo con la natura, distruzione di una ricchezza che è risorsa per il futuro, e che può essere resa risorsa economica anche per il presente. Conservare infatti non equivale a congelare né a lasciar deperire. Anzi, conservare significa impiegare impegno, risorse, attività, saperi per mantenere, per ripulire, per ridare vita a ciò che si è lasciato morire – e anche per costruire di nuovo là dove l’intervento recente dell’uomo ha distrutto ciò che vale per sostituirlo con oggetti privi di qualità e di storia: per “costruire collaborando con la terra”, come ha scritto Giorgio Todde.

Il piano paesaggistico regionale vuole dare gambe a questa filosofia, regole e indirizzi a una serie di attività tutte coerentemente orientate a questo grande progetto, di cui la Giunta regionale ha definito le premesse e i lineamenti e a cui sono orgoglioso di essere stato chiamato a collaborare. Nella speranza che l’esempio della Sardegna venga seguito anche dalle regioni, dalle province e dai comuni del resto dell’Italia: che, in questo senso, la Sardegna non sia più un’isola, ma si impadronisca del continente.

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