loader
menu
© 2024 Eddyburg
Stella Cervasio
Lo scempio dopo le fiamme nel parco abbandonato
24 Agosto 2007
Campania felix
Ceneri e cemento: ciò che rimane del Parco del Cilento dopo i roghi e la speculazione. Da la Repubblica, ed. Napoli, 24 agosto 2007 (m.p.g.)

«Sono fenomeni dolosi e basta, è in azione una banda di criminali». Qualcosa deve aver convinto il sindaco di Montecorice, Flavio Meola. «L´altroieri notte sono partiti quattro o cinque focolai contemporaneamente». Come dargli torto. Lo scempio comincia sulla statale 18, la strada dei caseifici e dei mucchi di sterpaglie e rovi a cui nessuno fa manutenzione. Benvenuti nel Cilento. Anzi, forse è meglio che ci torniate l´anno prossimo. Un´estate di roghi l´ha distrutto, e si comincia a vedere proprio da qui. Bruciati i punti più panoramici di Agropoli, fuoco alle porte di Santa Maria di Castellabate, fiamme sulla collina del Cenito, la spina dorsale di Punta Licosa che corre lungo la strada provinciale che collega San Marco di Castellabate a Ogliastro, fino a Case del Conte, Ripe Rosse. E ieri pomeriggio anche a Teggiano e a Pollica, sul Monte Stella, sono intervenuti un elicottero e un Canadair. Intanto i carabinieri e la Forestale vanno in perlustrazione a cercare tracce dei piromani, ma al momento, niente di nuovo: la Procura di Vallo della Lucania ha aperto un´inchiesta.

Il Cenito è stata la miccia che ha dato fuoco a Vallone Alto e Licosa. Al posto di querce, olivi, ettari di macchia mediterranea, rovine fumanti proprio sulla provinciale, la strada che nel Parco del Cilento - dove niente si potrebbe costruire - in quest´ultimo anno detiene il record dell´edilizia. Un enorme supermercato, melense villette in stile pseudo-rurale, scheletri di case che sorgeranno in pochi giorni e molto altro. Due anni fa era verde ovunque. Anche di questo si è parlato nella riunione straordinaria che si è tenuta ieri mattina nella sede di Vallo della Lucania dell´ente Parco del Cilento, alla quale hanno partecipato il commissario Giuseppe Tarallo, il vicepresidente della giunta regionale Antonio Valiante, l´assessore all´Agricoltura della Regione Andrea Cozzolino, il commissario del parco del Vesuvio Amilcare Troiano, il responsabile del Coordinamento territoriale ambientale Angelo Marciano e i sindaci dei comuni colpiti dagli incendi. «Intensificare la vigilanza è la priorità delle priorità, per evitare altre giornate di fuoco», dice Cozzolino. Eppure il parco aveva speso anche soldi per la vigilanza. Enzo Durazzo, proprietario di un ristorante, indica le torrette di avvistamento sulla collina del Castelsandra, un punto strategico per la prevenzione degli incendi: «Le hanno installate dieci anni fa, ma non ho visto mai nessuno salirci». Giovanni Brondi, bresciano in vacanza, fa un paragone con la Corsica: «Hanno camionette sparse nel verde con personale che tiene d´occhio il territorio con un binocolo. Quando danno l´allarme, il Canadair arriva in dieci minuti». «Sono arrivati in tanti - prosegue un altro ospite della tenuta di Licosa - ma purtroppo nessuno li coordinava». In qualche caso l´ha fatto chi era in vacanza. Come l´ingegnere Gino Sperandeo, che ha guidato i soccorritori a Vallone Alto indicando possibili bocche d´acqua: «Non ne esistono se non nelle proprietà private e si potevano usare solo quelle di chi possedeva un serbatoio perché l´acqua mancava. Nel parco non ci sono neppure i percorsi: molti erano costretti a fermarsi». La sorveglianza è un problema tragico che nessun parco nazionale sente come questo: proprio vicino al cancello che segna il confine del percorso naturalistico Vallone Alto-Punta Licosa, c´è chi si sta costruendo la casa con discesa al mare dietro una recinzione di edera finta. Dopo aver cementato sulla spiaggia demaniale, ha piazzato una roulotte dove poi ha coperto e ha costruito un terrazzamento con pali di pino come a Furore, dove nei giorni scorsi è crollata proprio una pedana del genere. All´assessore competente sono arrivate varie denunce, ma il lungo e furbo lavoro degli abusivi continua indisturbato.

Il Day after del Cilento ha visto anche il governatore Bassolino di nuovo al telefono con Bertolaso e con il prefetto Pansa, che coordina i prefetti della Campania, questa volta per chiedere i rinforzi nel Vallo di Diano: i gravi roghi di Teggiano, Padula e dintorni. Il dramma degli incendi ha toccato la costa ma anche l´interno: tre persone sono state ricoverate per intossicazione ieri a Perito; si erano rifiutate di lasciare l´abitazione al momento dell´allarme. Continuano i disagi: 20 famiglie di Montecorice hanno passato la notte in una scuola. In tutto il territorio colpito chi aveva preso in affitto casa ha dormito in albergo. Molti hanno trascorso la notte con i loro cani in macchina. La Statale 267 è stata chiusa più volte in giornata per la caduta di massi dalle colline.

ARTICOLI CORRELATI

© 2024 Eddyburg