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Alberto Vitucci
Mose, altolà della Corte dei conti
10 Agosto 2007
MoSE
Pesanti rilievi d’illeggittimità della magistratura contabile: molti già noti ai lettori di eddyburg. Dala Nuova Venezia, 10 agosto 2007

Cinquantasette capi d’accusa pesanti come macigni. A cui il Magistrato alle Acque dovrà rispondere entro il 15 settembre. Il magistrato istruttore della Corte dei Conti Antonio Mezzera ha inviato qualche giorno fa a Venezia la sua «nota istruttoria», nell’ambito dell’indagine in corso sullo stato di avanzamento del progetto di salvaguardia della Sezione centrale di controllo della magistratura contabile. Un rapporto che aveva addirittura messo in dubbio i nuovi finanziamenti del Cipe al Consorzio Venezia Nuova. «Ci sono rilievi importanti di cui bisogna tenere contro», ha detto il ministero per l’Economia Tommaso Padoa Schioppa. Rilievi contabili, ma anche di procedure e rispetto delle leggi vigenti. Eccone una sintesi.

Controllore-controllato. I primi cinque punti riguardano il rapporto tra Magistrato alle Acque e Consorzio Venezia Nuova. «Si chiede di sapere», scrive il Magistrato, «il motivo della remissione totale al concessionario di funzioni proprie del Magistrato, come l’eleborazione del Piano generale degli Interventi, la priorità delle opere da eseguire e le modalità di gestione. Con sostanziale delega alla struttura privata di tutte le attività ad eccezione di quelle di controllo o approvazione». Il magistrato chiede anche di sapere «la consistenza organica e le direttive inviate negli ultimi tre anni al concessionario, le modalità e i costi di affidamento dei collaudi e delle direzioni lavori». Una questione, quella della confusione di ruoli, oggetto qualche anno fa di un’inchiesta della Procura veneziana.

Progetto e alternative. La Corte dei Conti chiede di conoscere «il grado di reversibilità del Mose», come previsto dalla Legge Speciale, e poi se le soluzioni alternative proposte dal Comune siano mai state oggetto di valutazione. «Appare singolare», scrive il magistrato, «la netta bocciatura di tutte le ipotesi presentate». La Corte chiede anche di vedere il progetto esecutivo generale e il monitoraggio ambientale previsto dalla legge 163 del 2006.

I costi. La Corte chiede chiarimenti sulle variazioni dei prezzi intervenute negli anni, passati da 1540 milioni di euro (progetto di massima) a 2296 (progetto definitivo) a 3709 milioni di euro (atto aggiuntivo), fino ai 4271 milioni dichiarati nel «prezzo chiuso». «Allarma non poco», scrive il giudice, «quanto richiesto nella nota del 28 giugno 2007 su una possibile ulteriore lievitazione di costi».

Percentuali. Gli oneri del concessionario, cioè la percentuale sul costo dei lavori che va al Consorzio, è del 12 per cento. «Percentuale assai onerosa per la finanza pubblica», scrive il magistrato, «che si traduce in 278 milioni di euro. Il limite massimo in casi di questo genere in base alla legge 183 del 1989 risulta del 10 per cento». La Corte vuol sapere anche a che titolo siano stati spesi 6,9 milioni del punto D10 («somma per incentivazione») e 33 milioni di euro per la progettazione a carico del Magistrato alle Acque e non del Consorzio. Lati oscuri, secondo la magistratura contabile, anche quelli che riguardano i costi di manutenzione dell’opera (9 milioni nel progetto definitivo, almeno 30 quelli calcolati).

Il Parlamento. La Corte punta anche il dito sul mancato rispetto di una risoluzione permanente del Senato (20 luglio 2006) che chiedeva la modifica del progetto e vuol sapere a che punto sia la procedura di infrazione europea.

La convenzione. «Si chiede di sapere», scrive Mezzera, «che effetti pratici abbia prodotto sull’attività l’abrogazione della concessione unica dal momento che si è continuato anche dopo tale data a stipulare convenzioni aggiuntive», il che sembrerebbe «precluso dalla legge» e in contrasto con norme europee.

Mutui. Non è chiara, secondo il magistrato, la modalità di stipula dei mutui, come siano state fatte le gare e perché questa attività non sia stata svolta dal Magistrato alle Acque - dato che gli oneri sono a carico dello Stato - ma dallo stesso concessionario.

Impatto ambientale. Tra i chiarimenti, il Magistrato dovrà fornire quelli sugli effetti dei lavori e sullo stato delle autorizzazioni di compatibilità ambientale e sulle autorizzazioni per i cantieri a Pellestrina.

Altre attività. «In base a che titolo», conclude il giudice, «sono stati affidati al Consorzio Venezia Nuova altri lavori come gli scavi archeologici e su quale capitolo di bilancio viene finanziata la spesa per la pubblicazione di libri e Quaderni trinmestrali»? Una raffica di rilievi a cui il Magistrato alle Acque ora dovrà rispondere «punto per punto» entro metà settembre.

Vedi in particolare, gli articoli di Luigi Scano sugli antefatti del MoSE e del Consorzio Venezia Nuova, una sintesi aggiornata al 2006, gli eddytoriali n. 96 e n. 103, nonchè i numerossissimi materiali oispitati nella cartella sul MoSE.

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