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Simone Paoletti
"Tutte le strade portano a Roma Est”
11 Aprile 2007
Roma
Un nuovo episodio della devastazione programmata dell’Agro romano, in una corrispondenza per eddyburg del 9 aprile 2007

Con questo slogan beffardo si è scelto d'inaugurare lo scorso 31 marzo uno dei più grandi shopping center d'Italia. Una nuova cattedrale del consumo innalzata per ospitare 220 negozi, un cinema multisala, vari punti ristoro delle più famose catene multinazionali, un ipermercato e 7.000 parcheggi.

Nel disegno urbanistico concepito dall'amministrazione Veltroni esso dovrebbe svolgere una funzione di centralità metropolitana finalizzata alla riqualificazione della periferia, analogamente a quanto accadrebbe o starebbe per accadere in decine di aree disseminate nell'hinterland cittadino. Nel caso specifico la riqualificazione passa attraverso il consumo di 136.000 metri quadri di suolo sottratto al proprio contesto storico-culturale ed alla biodiversità, nonché attraverso la polarizzazione quotidiana di circa 40.000 persone, che si sposteranno lungo direttrici di traffico sprovviste di adeguato trasporto pubblico su ferro, quindi quasi esclusivamente sull'automobile.

Che cosa ci sia di ri-qualificante rispetto alla condizione precedente non è dato saperlo, ma tale è la mistificazione lessicale con cui il Comune di Roma conferisce pubblico decoro a scelte urbanistiche rispondenti solo a mere speculazioni private. Evidentemente in questi anni chi ha amministrato la città deve aver capito che il marketing pubblicitario applicato alla comunicazione politica può condizionare a lungo le opinioni ed il consenso della cittadinanza. E allora mediante un'instancabile opera di persuasione appoggiata dalle grandi testate giornalistiche della Capitale (di destra e di sinistra), si è creata un'immagine istituzionale idilliaca e buonista in cui concetti antitetici come crescita e solidarietà vanno a braccetto, dove la cultura è dispensata dai grandi eventi benedetti dalla Camera di Commercio, dove si approva un piano regolatore che si dice tuteli l'ambiente, mentre 15.000 ettari di territorio comunale vengono ricoperti di cemento. Un laboratorio politico ove si formano coalizioni vincenti che annoverano tra le loro fila ex fascisti fuoriusciti da An e Forza Italia (riuniti nella lista "moderati per Veltroni") insieme a tutto il centro sinistra fino a Rifondazione Comunista e ai movimentisti della lista Arcobaleno.

Un idillio che comincia a mostrare le sue falle man mano che, pezzo dopo pezzo, si porta a compimento l'espansione della città. Città il cui dissenso è stato finora confinato in sacche marginali prive di risonanza mediatica e di rappresentanza politica, costituite da associazioni e comitati di cittadini che resistono per difendere gli spazi verdi ad uso pubblico dalla cementificazione. Dove le periferie si dilatano consolidandosi come "non luoghi" i cui conflitti, privi di attenzioni istituzionali e giornalistiche, sfociano in vandalismo piromane e per dirla con Joseph Rickwert (urbanista polacco), in "violenza non mirata, generica, contro la noia della condizione suburbana".

Quali strade dunque portano a Roma Est? Se lo cominciano a chiedere schernite le decine di migliaia di cittadini andati a resiedere nei quartieri sorti accanto alle "centralità periferiche" dei mega store e rimasti intrappolati a causa dell'invasione automobilistica destinata a perpetuarsi ogni fine settimana. Coloro che stanno tempestando di mail le redazioni dei giornali, i quali li hanno prima sedotti con le pubblicità immobiliari, invitanti all'acquisto in complessi periferici "immersi nel verde", e poi abbandonati con la mancata realizzazione delle opere minime di urbanizzazione e mobilità da parte degli editori e finanziatori degli stessi (come prevede l'ubanistica contrattata tra Comune e costruttori).

Se lo è chiesto addirittura il sindacato dei vigili urbani che ha denunciato pubblicamente di esser stato costretto ad un lavoro improbo, sorvolando per un giorno intero con gli elicotteri il collasso automobilistico in cui si è trovato un intero quadrante urbano. Perfino il Consiglio del municipio ove ricade l'opera (l'ottavo) si è rammentato, ancorché una settimana prima dell'inaugurazione, di chiedere alla Giunta Comunale un rinvio dell'evento fino alla realizzazione di una dozzina di opere stradali (previste per un migliore e massiccio utilizzo dell'automobile) ancora non iniziate. La Giunta ha rassicurato che quei rimedi previsti dal piano regolatore e giustamente invocati dal consiglio municipale sarebbero stati in parte operativi per la data stabilita.

Così non è stato, ma si dovrà pur riconoscere alla classe politica capitolina di essersi dimostrata coerentemente inadeguata tanto nell'elaborazione, quanto nella realizzazione pratica delle proprie ricette.

Nota: qui il sito ufficiale dello shopping center Roma Est (f.b.)

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