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Suzanne Stephens
Un ricordo dell’urbanista Ed Bacon
20 Gennaio 2007
Altri padri e fratelli
Una breve biografia dell'urbanista recentemente scomparso, con qualche spunto di interesse. Architectural Record, 22 novembre 2005 (f.b.)

Titolo originale: A look back: planner Ed Bacon – Traduzione per Eddyburg di Fabrizio Bottini

Edmund N. Bacon, l’ultimo di una generazione di urbanisti di forte impegno è scomparso il 14 ottobre. Come Robert Moses a New York o Edward Logue a Boston, Bacon ha lasciato un’impronta incancellabile sulla città di Filadelfia negli anni del dopoguerra. Come direttore generale della City Planning Commission dal 1949 al 1970, ha rivitalizzato un centro in decadenza con un insieme di strategie paragonabili a quelle di Sisto V per Roma nella visione progettuale di obiettivi.

Negli anni ’50 Bacon iniziò a trasformare una malconcia vecchia zona fra Independence Hall e il fiume Delaware, eliminando il mercato delle carni e isolati di case in linea in decadenza per Society Hill. Edifici storici del XVIII e XIX secolo furono rinnovati, aggiunti edifici negli spazi vuoti, inseriti parchi e percorsi pedonali; il tutto culminante nelle alte torri ad appartamenti di I.M. Pei. A ovest della sede del municipio, sostituì alla stazione di Broad Street della Pennsylvania Railroad, e alla “Muraglia Cinese” del viadotto lungo otto isolati, il Penn Center: un complesso per uffici nello stile del Rockefeller Center, collegato ai trasporti pubblici, con piazze, corti ribassate, grandi viali pedonali.

Come ha osservato Alex Garvin, ex vicepresidente della Lower Manhattan Development Corporation, nel 2003, “Nel 1970, i proprietari avevano recuperato più di 600 elementi storici di Society Hill, i valori immobiliari erano più che raddoppiati, e la popolazione aumentata di un terzo”. Le attività riempivano i palazzi per uffici dei centro, e cominciò un rinascimento che, anche se piuttosto duro a volte, fu rivoluzionario per i suoi tempi.

Bacon ebbe l’energia e la semplice volontà di collaborare con amministrazione e costruttori privati per rende re possibili le cose. “Utilizzò un insieme di disparate idee urbanistiche, come demolizioni o tutele puntuali, mettendo il tutto insieme in un unico progetto” dice G. Craig Schelter, che collaborò con Bacon nella commissione urbanistica, prima di diventarne a sua volta capo negli anni ‘80.

Le audaci trasformazioni urbanistiche di Bacon, non sorprende, disturbarono molti. Per esempio, il suo contenere il deflusso dei ceti medi e alti dalla città, attirando giovani e agiati dal suburbio verso il centro e Society Hill non aiutarono i poveri. Circa 1.000 famiglie furono spostate dalla gentrification di Society Hill. E nei grandi progetti urbani sviluppati in altezza non ci fu spazio per gli architetti più creativi di Filadelfia, Louis Kahn – che presentò schizzi di massima per il Penn Center negli anni ’50, come membro del Citizens Advisory Committee – o Venturi Scott Brown – che collaborò a stroncare l’idea molto alla Moses di Bacon per un’autostrada urbana veloce lungo South Street. Bacon preferì architetti come Vincent Kling e Emery Roth, che progettarono anonime torri per uffici da inserire nel piano del grandioso Penn Center. Anche abbattere il terminal ferroviario del 1893 e la Muraglia Cinese significò distruggere l’opera di Frank Furness, ora l’architetto del XIX secolo più stimato di Filadelfia.

Al cune delle altre visioni di Bacon – la rivitalizzazione di Market Street East, una via commerciale e a uffici che collega City Hall a Independence Mall e che era andata deprimendosi negli anni – impiegarono più tempo a consolidarsi. Un piano per trasformare Chestnut Street in un passeggio pedonale si limitò ad accelerare la trasformazione di quella che un tempo era una via commerciale in una fascia di attività a basso profilo. E Penn’s Landing, il progetto per 15 ettari di colmata sulle rive del fiume per attività varie, non ha sviluppato in pieno il proprio potenziale, in parte per il collocamento della Intestate 95 parallela alla sponda, che rende difficile per i pedoni raggiungerla (Bacon la voleva sotterrata, ma lo fu solo in parte a causa dell’alto costo).

Dopo aver preso la laurea in Architettura alla Cornell University nel 1932, Bacon lavorò a Shanghai e studiò urbanistica con Eliel Saarinen a Cranbrook, prima di tornare a Filadelfia nel 1939 come direttore esecutivo della Housing Authority. Uomo dalle decisioni sempre nette, Bacon si arruolò in Marina durante la seconda guerra mondiale, anziché registrarsi come obiettore di coscienza. Nel 1947, si unì all’amico architetto Oscar Stonorov (allora socio di Louis Kahn) per progettare la “ Better Filadelfia Exhibition” ai grandi magazzini Gimbel, dove Bacon presentò idee urbanistiche basate su grandiose vedute, sequenze percettive, sistemi per il movimento pedoni, modalità di trasporti interconnesse. Nel corso di questi anni portò la sua famiglia nella città che stava trasformando: sei figli, tra cui Karin Bacon, ora progettista e organizzatrice di eventi, e Kevin Bacon, l’attore, vivevano in una casa di città a Locust Street.

Dopo le dimissioni dalla City Planning Commission nel 1970, Bacon diventò vicepresidente dello studio Mondev di Montreal, e insegnò in varie università. In questi anni Bacon, sempre un combattente, rimase impegnato nelle questioni urbanistiche di Filadelfia. Ruppe i rapporti con Willard Rouse quando Rouse costruì Liberty Place, violando il gentlemen’s agreement secondo cui nessun edificio poteva superare i 150 metri della statua di William Penn sulla cima di City Hall.

Alla cerimonia di commemorazione di Bacon a Filadelfia il 23 ottobre, il sindaco Street ha annunciato che intendeva proporre una risoluzione al legale municipale per cambiare lo statuto, in modo che il responsabile dell’urbanistica potesse avere un posto fisso nel gabinetto del sindaco, anziché un ruolo solo consultivo.

A trentacinque anni dal pensionamento di Bacon, l’eredità della sua direzione è ancora evidente (compresa l’istituzione della Ed Bacon Foundation nel 2004) anche se le filosofie dell’urbanistica e i modi di attuazione hanno subito grandi mutamenti. Pianificare ora significa tener maggior conto dei gruppi di abitanti, che ritenevano come si dedicasse troppa attenzione alle grandi visioni autocratiche, a spese delle comunità e delle abitazioni economiche. E anche se la partecipazione dei privati ai progetti di trasformazione urbana fu tanto importante nella rinascita della Filadelfia di Bacon, ora, coi finanziamenti statali e federali sempre più ristretti, questo tipo di alleanze ha portato spesso ai un’influenza determinante dei privati nella progettazione della città. Nondimeno, come osserva Schelter, “Bacon fu la persoone perfetta per la Filadelfia dell’epoca”.

Nota: il testo originale al sito di Architectural Record; qui su Eddyburg uno dei primi articoli dopo la scomparsa, e qualche link (f.b.)

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