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Giuseppe Pullara
Il Belvedere Cederna diventa «Malvedere»
29 Gennaio 2007
Roma
Quasi una beffa, che si ritorce come un monito contro i "romanisti" di ieri e di oggi, difensori di via dei Fori Imperiali. Dal Corriere della Sera, ed. Roma, 28 gennaio 2007 (m.p.g.)

Sembra che gliel'abbiano fatto apposta, ad Antonio Cederna. Il giornalista- archeologo-parlamentare paladino della difesa ambientale si è battuto per anni, anche quando ricoprì la carica di consigliere comunale, per l'eliminazione del vialone dei Fori Imperiali considerato una «ferita» nell'area archeologica più preziosa d'Europa. Il guru ecologista si era scagliato contro la politica mussoliniana delle demolizioni nel tessuto storico della Capitale e al tempo stesso chiedeva la demolizione di ciò che era stato costruito sopra le antiche rovine di Roma.

E il Comune, qualche anno dopo la sua morte, che cosa gli fa? Gli dedica un luogo, «Belvedere Antonio Cederna, giornalista, saggista, ambientalista» che guarda trionfalmente proprio l'inizio dello stradone fascista. Come dire: fissatelo bene in testa, quello resta lì. Naturalmente le intenzioni del Campidoglio sono state diverse, piene di rispetto e forse un po' nostalgiche perché di gente battagliera come Cederna, sempre in campo nell'interesse della città, non se ne trova spesso. Ma piazzare la targa in quello spiazzo che domina il Colosseo ha avuto obbiettivamente il senso di un affronto.

La prova che l'interpretazione giusta è quella non ufficiale sta nei fatti. Il Belvedere è un luogo degradato, un vero e proprio pernacchio all'ambientalismo e al suo tanto amato storico rappresentante. Ingombranti e volgari graffiti da una parte, un barbone infagottato nel suo misero giaciglio dall'altra, un palo della luce spaccato alla base, un altro con il «cappello» sulle ventitrè, a regalare al sito un'aria scanzonata e malandrina. Benvenuti turisti, accomodatevi ad ammirare il Colosseo. Ma non chiedete chi è questo «Antonio Cederna», perché è meglio non dirvelo. Altrimenti, osservate le condizioni del Malvedere, da un americano non potrebbe che uscire un commento divertito che nota il contrappasso tra il dire e il fare: «It's so amazing!», che cosa bizzarra.

Il caso del Belvedere diventato un Malvedere è emblematico della difficoltà del Comune di far seguire alle inaugurazioni la manutenzione. Si può citare l'esempio dei giardini di piazza Vittorio: a due soli mesi dall'inaugurazione, qualche anno fa, risultavano rinsecchiti e malmessi. In diverse piazze e piazzette riqualificate con aiuole e panchine si possono registrare segni di abbandono. Spesso un Municipio si limita a perimetrare con il nastro un sedile spezzato senza poi provvedere a sostituirlo. Quando il servizio giardini insedia un nuovo albero, il lavoro viene considerato concluso: d'inverno l'acqua piovana può aiutare, negli altri mesi spesso i nuovi impianti seccano in poco tempo per mancanza di innaffiamento.

E se nella vicenda che riguarda il ricordo di Cederna non c'è un pizzico di malafede, il Comune può dimostrarlo facilmente: se non togliendo di mezzo via dei Fori Imperiali, ormai «storicizzata», almeno rimettendo a posto il Belvedere.

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