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Gabriele Paolinelli
Della tutela paesaggistica negata, ovvero governo del territorio e pubblico malcostume
23 Ottobre 2006
Toscana
:Come si rimuove la tutela di un bene paesaggistico, in barba ai vincoli e al buonsenso. Lettera aperta inviata il 19 settembre 2006 alle redazioni de la Repubblica, Il Manifesto, Eddyburg, Greenreport.

Non pare preoccupazione della politica il buongoverno del territorio. Alla politica in genere, della Destra, come della Sinistra, sembra spesso riferibile una pesante carenza degli essenziali nutrimenti dell’etica e della cultura, fino a divenire essa una sorta di disarmante regola nelle politiche di governo delle maggioranze. “La maggioranza sta”, ha detto De Andrè; è una frase che non richiede alcun commento per la pregnanza e l’attualità che la caratterizza nel clima di deficienza democratica che viviamo. Non ne è indenne appunto il governo del territorio. Se ne ha prova anche in Toscana, regione che nella sua storia recente ha emanato la più avanzata legislazione per il governo del territorio. Per quanti hanno inteso leggerne onestamente i principi generali, essa ha dal 1995 preso posizione circa la priorità del controllo del consumo di suolo, ma tale processo non pare affatto controllato dagli atti e dalle politiche di governo territoriale, a dimostrare che le possibili distanze tra emanazioni e attuazioni possono annullare il contenuto delle prime, siano pur esse leggi, uguali per tutti. Di forme di deriva e malcostume del governo territoriale in Toscana danno prova, fra gli avvenimenti eclatanti alcuni dei quali sono anche in questi giorni alla ribalta delle cronache, gli atti dell’Amministrazione comunale di Pistoia, dove il processo per la realizzazione del nuovo presidio ospedaliero è stato più volte analizzato in articoli, convegni e discussioni ai tavoli delle autorità competenti e qualificato con una articolata serie di motivazioni di grave inadeguatezza. Fra di esse ve ne sono di assolutamente oggettive, che si potrebbe pensare essere in grado di distrarre da intenti scellerati anche il governo meno attento all’interesse comune. Ma non pare assolutamente così, considerando che queste stesse parole vengono scritte mentre nei fatti si procede come da programma (di edificazione pubblica e speculazione privata).

Un fatto certamente oggettivo è che l’area dove è previsto il nuovo presidio ospedaliero di Pistoia, uno dei quattro di programmata realizzazione in Toscana, è tutelata da un regolare decreto di vincolo paesaggistico recante la specificazione delle esplicite motivazioni istitutive. Secondo la linea interpretativa consolidatasi in giurisprudenza, il vincolo è il principale strumento di tutela del paesaggio, in quanto svolge la funzione essenziale della anticipazione, non attribuibile ai piani territoriali con congrue garanzie di condizionamento delle scelte e di stabilità nel tempo (Consiglio di Stato, VI sezione, sentenza n. 7667 del 23 novembre 2004).

Il vincolo paesaggistico esistente dal 1965 su parte dell’area a sud della città di Pistoia è stato esteso nel 2005 anche all’area periurbana limitrofa dell’ex campo di volo (Decreto Ministeriale del 7 settembre 2005). Il decreto interviene nel merito del ruolo paesaggistico dell’area nel contesto della pianura, sottolineandone la connotazione di base per la quale risulta “salvaguardata da insediamenti” e affermando che costituisce un “luogo di grande valore paesaggistico anche per la sua conformazione territoriale”. Fra le specifiche motivazioni di tutela, si trova che occorre “mantenere le caratteristiche di area verde […] e di fascia di rispetto tra la città e l’antistante paesaggio”.

Ma l’area, da anni soggetta alle previsioni dei piani provinciali e comunali e studiata dai progetti per la realizzazione del parco dell’arboreto, è oggi interessata appunto dalla previsione di espansione insediativa riguardante il nuovo presidio ospedaliero. Il relativo accordo di programma, ratificato dal Consiglio Comunale di Pistoia il 14 dicembre 2005, è stato siglato dalla Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Toscana e dalla Soprintendenza per i beni architettonici e il paesaggio per le province di Firenze, Pistoia e Prato. Per quanto attiene agli aspetti sostanziali di compatibilità con le decretate motivazioni di tutela paesaggistica, si è giunti alla firma dell’accordo con richieste delle autorità preposte alla applicazione del vincolo inconsistenti rispetto alla questione cruciale della localizzazione dell’intervento: la progettazione unitaria del plesso ospedaliero e del parco e la previsione di più collegamenti dell’area con il nucleo urbano consolidato, con accessibilità del parco distinta da quella dell’ospedale. Risulta omesso il riconoscimento di fatto che la previsione insediativa del nuovo ospedale non riguarda per destinazione, né potrebbe riguardare per dimensione, una dotazione edilizia a servizio di una “area verde” (D.M. 2005, cit.) e pertanto è in esplicito e pieno contrasto con la finalità di tutela, nella misura in cui nega la salvaguardia dell’area da insediamenti e conseguentemente la funzione di mediazione tra la città e il paesaggio di pianura, dipendente dalla peculiare “conformazione territoriale” (D.M. 2005, cit.) dell’area medesima nel contesto paesaggistico a cui appartiene.

Si ritiene difficile non ravvisare la potenziale lesione del notevole interesse pubblico attribuito all’area, che potrebbe divenire reale con il rilascio del permesso di costruire. Ma questo è stato già scritto e detto e ancora non è accaduto nulla. Sconcertante, quanto efficace nel disegno che persegue, è in realtà proprio il nulla con cui l’Amministrazione comunale preposta alla concessione della trasformazione insediativa di quest’area periurbana e le stesse Autorità preposte alla sua tutela in forza dei rispettivi mandati istituzionali rispondono alle opposizioni largamente motivate della società civile.

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