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Edoardo Salzano
Più piazze e meno mattoni: un saluto
23 Maggio 2006
Articoli del 2006-2007
Per una interessante iniziativa della CGIL a Vicenza (24 maggio 2006). Da Vicenza Lavoro, n. 22 del giugno 2006

Dell’iniziativa della CGIL di Vicenza mi piacciono soprattutto tre cose: il titolo, il taglio, la continuità.

Il titolo “Più piazze e meno mattoni” esprime molto sinteticamente l’obiettivo vero che dobbiamo proporci: restituire la città alla società, ridurre l’edificazione allo stretto indispensabile per allargare lo spazio destinato alla fruizione di tutti. È uno slogan, e una battaglia, che si ricollegano alle grandi lotte operaie del 1969 (sono tra quelli che ricordano ancora la grande manifestazione del 19 novembre di quell’anno, quando l’Italia dei lavoratori si fermò e scese in piazza per la casa come servizio sociale,i servizi, i trasporti pubblici,il Mezzogiorno), ma si apre alla lotta contro il dissennato consumo di suolo per garantire alle generazioni presenti e a quelle future la possibilità di godere di un ambiente pulito, bello, salubre.

Il taglio di una giornata di studio nella quale si esaminano con attenzione le carte tecniche delle scelte sul territorio per valutarle nell’interesse dei lavoratori mi sembra costituire il modo giusto per uscire dalla “politica spettacolo”, dalle risse sulle parole, dalle semplificazione traditrici delle idee, dalle frasi fatte e dai luoghi comuni, dagli ideologismi che nascondono la mancanza di ideali. Studiare per comprendere, comprendere per cambiare: non è questo lo slogan implicito in tutta la storia del movimento operaio?

La continuità con un evento al quale (a differenza di questo) potetti partecipare mi sembra un dato importante. Mi riferisco al seminario che facemmo a Vicenza, all’indomani e “in attuazione” della iniziativa delle sei Camere del lavoro che si riunirono a Bologna nel 2004 per riaprire l’attenzione del sindacato sul territorio. In un’epoca di mode fuggevoli, di revisionismi continui, di altalene tra posizioni e interessi spesso divaricati, la continuità del lavoro che con questa iniziativa testimoniate mi sembra non solo un segno di serietà, ma anche di speranza.

Sulla Giornata di studio vedi Progettare partendo dai diritti dei cittadini

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