loader
menu
© 2024 Eddyburg
Massimo Cacciari
Protagonista della svolta
22 Aprile 2006
Altre persone
L’attuale Sindaco di Venezia ricorda Gianni Pellicani, sottolineandone il ruolo politico. Da la Nuova Venezia,22 aprile 2006

Per oltre un trentennio Gianni Pellicani è stato senza dubbio l’uomo politico più rappresentativo della sinistra veneziana. Forse proprio perché era un politico «sui generis», refrattario al mestiere del burocrate e del funzionario, anche se sempre perfettamente consapevole della necessità che per fare davvero politica è necessaria una forte e capillare organizzazione. La politica per lui era vocazione vera, fatta di competenza, passione e impegno civile. Competenza anzitutto sui temi economici e finanziari, e impegno di tutta una vita per far nascere una grande e unitaria forza democratica e riformista sul modello delle grandi socialdemocrazie europee. Troppo intelligente e disincantato, troppo lontano da ogni frase ad effetto e da ogni demagogia per baloccarsi con i «nuovismi», con le nuove Terze o Quarte vie, ma troppo buon politico insieme per non volere e cercare innovazioni realistiche e per non capire che le trasformazioni necessarie, quando riconosciute tali, devono essere fatte rapidamente e coerentemente, cioè con la massima decisione.

Così Gianni Pellicani affrontò i momenti di svolta del suo partito, del movimento operaio italiano, della sinistra. Fu quello, a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, il momento forse più difficile e insieme felice per lui, nel quale si spese tutto, prima come coordinatore del governo ombra accanto a quella che era e rimase la sua «stella fissa», Giorgio Napolitano.

Poi per la nascita del Partito democratico della Sinistra, affinché in Italia si aprisse davvero una fase costituente, culturalmente e politicamente, per l’intera sinistra. Credo si debba anche dire che la sua delusione su come poi andarono le cose sia stata cocente.

Ma malgrado questo, mai in Gianni Pellicani venne meno quel legame di fedeltà al proprio partito, che era l’opposto dell’obbedienza o dell’inerzia, ma che significava per lui senso di responsabilità, di solidarietà umana e di grande, mai spenta, speranza.

E’ quasi superfluo a questo punto e sulle pagine di un giornale della città, ricordare il ruolo che vi ebbe Gianni Pellicani. Non vi è un provvedimento, non vi è un legge, non vi è un atto amministrativo riguardante Mestre e Venezia che abbiano avuto per noi un significato positivo, che non porti, direttamente o indirettamente, la sua firma. Non solo, ma gli stessi funzionari dirigenti del nostro Comune si sono formati alla sua scuola.

E quel bene, poco o tanto che sia, che riescono e riusciamo a esprimere nell’amministrazione di questa città a lui in grandissima parte ancora lo dobbiamo.

ARTICOLI CORRELATI

© 2024 Eddyburg