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Patrizia Abbate
Eolie, il Governatore tira diritto
20 Novembre 2004
In giro per l'Italia
Le Eolie sono ancora a rischio. Totò Cuffaro, il presidente rinviato a giudizio per mafia, contrasta l’annullamento delle norme perverse da parte del commissario dio overno. Da il manifesto del 4 novembre 2004

Eolie, il Governatore tira diritto

Abbate, Patrizia

Le Eolie sono ancora a rischio. Totò Cuffaro, il presidente rinviato a giudizio per mafia, contrasta l’annullamento delle norme perverse da parte del commissario dio overno. Da il manifesto del 4 novembre 2004

Il .caso Eolie. sfocia in uno scontro istituzionale, con il governatore siciliano Totò Cuffaro deciso a sfidare il commissario dello Stato e a riproporre al parlamento regionale le norme impugnate qualche giorno fa dal prefetto Gianfranco Romagnoli. Nel nome della «legittima autonomia» regionale, Cuffaro . che ha vissuto come un vero smacco la decisione del commissario di bocciare ben quindici articoli della manovra di assestamento di bilancio, demolendola di fatto . passa dalle critiche alla contrapposizione netta. E se nei giorni scorsi già alcuni suoi assessori avevano sollevato la questione giuridica della legittimità dell.esistenza stessa di questo «controllore di costituzionalità», lui sceglie di provare a ignorarlo; di chiamare l.aula a un voto bis, e di avviare così la cosiddetta «procedura di resistenza» di fronte alla Corte costituzionale.

Una scelta inaspettata, quella di Cuffaro, che solo oggi saprà se la sua decisione sarà avallata dai deputati dell.assemblea e se quindi approderà davvero in aula: lo decideranno i capigruppo. La richiesta è già però un segnale politico forte, che va controcorrente rispetto a una prassi che normalmente vedeva abbandonate le norme impugnate dal commissario dello Stato. Stavolta no, «siamo convinti che il commissario dello Stato sia andato oltre le sue competenze, dando giudizi di merito che non gli spettano», ha affermato il governatore. E. fuori di sé, Cuffaro. E non tanto per le norme più criticati della manovra, quelle appunto dello scempio delle Eolie con la deroga al piano paesaggistico, e dei capannoni agricoli trasformati in case e alberghi: su queste la stessa maggioranza si era spaccata, e probabilmente nessuno vorrà riproporle così come sono. Ciò che crea più problemi è il no all.assunzione di alcune centinaia di forestali, e di circa 700 medici nelle aziende sanitarie siciliane. Per il presidente «non si capisce dov.è la lesione delle norme costituzionali ». E il fatto che il prefetto Romagnoli invece non l.abbia avallato, o abbia bocciato anche l.articolo 3 che .assolveva. il mancato pagamento di concessioni governative, avvertendo che si trattava di una norma «che incoraggia il dilagare dell.evasione fiscale », lo fa gridare alla scandalo. E dire che lamanovra .aggiustativa. si era resa necessaria per ripianare il deficit della sanità isolana, che ammonta a circa 460 milioni di euro. Era il risanamento dei conti del settore entro il 2006 l.obiettivo delle variazioni di bilancio che invece hanno innescato la bomba ambientale, e che anziché puntare al risparmio, ipotizzavano molte nuove assunzioni e dunque ulteriori spese.

E il commissario Romagnoli? «Ribadisco di essere insensibile alle pressioni, da qualunque parte vengano, e mi limito ad applicare la legge», ha risposto ieri alle accuse di Cuffaro. Per Romagnoli, se Cuffaro intende chiedere «la riapprovazione in forma diversa delle norme è nel suo diritto. Non avrebbe però senso . spiega . una riapprovazione tale e quale degli articoli già impugnati davanti alla Consulta». Che sembrerebbe invece quello che si vuol fare, anche se sulla procedura da seguire non mancheranno ulteriori querelle. «La manfrina che si è aperta contro il ruolo del commissario dello Stato, di fatto, ha una sola ragione: poter compiere i peggiori scempi senza alcun controllo e senza alcuna verifica di legittimità», taglia corto Francesco Forgione, capogruppo del Prc all.Ars. Clientele? Scempi? Nient.affatto, assicura Cuffaro. Che ci tiene a difendere il «ruolo del parlamento siciliano» e si erge a paladino della sua autonomia.

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