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Piero Sansonetti
La Destra? Opposizione alla sinistra
21 Maggio 2004
Articoli del 2003
Piero Sansonetti, sull’Unità del 18 ottobre, analizza un libro di Ferdinando Adornato e sollecita una interessante riflessione. Un mio commento in eddytoriale n. 27.

La destra italiana ha un nuovo manifesto politico. Dentro ci sono più o meno tutti i suoi pensieri, i suoi giudizi e i suoi progetti. Lo ha scritto Ferdinando Adornato, ex comunista, ex occhettista, ex mariosegnista: oggi è uno degli intellettuali più vicini a Silvio Berlusconi. Il manifesto è contenuto in un libro di 280 pagine (edizioni Mondadori, euro 17) che si intitola “ la Nuova Strada”. Qual è la chiave di questo lavoro? Diciamo che sta nel tentativo di rimettere ordine nella confusione del berlusconismo e di dargli una struttura teorica e una prospettiva. Per fare questo si usano tre strumenti. Il primo è la critica alla sinistra, il secondo è il bushismo e il terzo è il pensiero unico. La critica alla sinistra è sistematica e riempie le prime 150 pagine del libro. E’ una critica radicale, feroce, che insegue i comportamenti e il pensiero della sinistra su tutti i terreni: lo stato, il mercato, la giustizia, la religione, l’etica, il senso di responsabilità, la pace, la guerra, la famiglia, il lavoro. Non da tregua. In alcuni momenti si sente che la critica è sincera, in altri è artificiosa, in altri ancora può persino essere convincente. E’ sincera quando è critica al radicalismo e all’antioccidentalismo. Adornato non è mai stato un radicale, neppure quando era comunista. Nel ’68 non era nel movimento studentesco: era negli uffici della Fgci, comunista ortodosso e riformista (ma allora non si diceva riformista, si diceva “riformatore”). Negli anni ottanta si schierò con la Thatcher quando fece la guerra all’Argentina. Non gli piacque mai la rivoluzione di Kohmeini. E’ sempre stato ad Occidente. La critica però diventa artificiosa quando serve a sostenere le posizioni dei cattolici tradizionalisti, che non sono mai state le posizioni di Adornato: e infatti le sostiene male. Ed è artificiosa anche quando assume l’incarico ingrato di difensore comunque di Berlusconi e della sua cultura politica (anche questa gli è estranea). Diventa invece una critica quasi convincente quando accusa la sinistra italiana di avere un solo punto fermo sul quale basa la propria forza: l’essere contraria alla destra. Cioè l’antiberlusconismo. E’ vero che questo è il tallone d’Achille della sinistra di oggi, che ancora non riesce a costruire e a definire un proprio modello di società. Però nel suo libro Adornato fa esattamente la stessa cosa: definisce la destra in quanto opposizione alla sinistra. Non va oltre.

Il secondo e il terzo punto fermo (bushismo ed esaltazione del pensiero unico) sono forse il risultato di questa debolezza. Nell’impossibilità di delineare un modello di destra italiana si ricorre a prodotti di esportazione. Bushismo e pensiero unico, in fondo, sono un po’ la stessa cosa. La teoria più coerente e completa del pensiero unico è quella contenuta nel famoso “documento strategico” scritto dallo staff di Bush nel settembre del 2002. Il libro di Adornato fa riferimento esplicito a quel documento e ne riprende l’ispirazione di fondo. Che in due parole è questa: all’Occidente tocca guidare il mondo, perché è l’Occidente che ha in mano le chiavi della democrazia e della libertà, della ricchezza e dello sviluppo. L’Occidente è uno solo, comprende l’Europa ed è a guida americana. La politica moderna è lotta per l’affermazione del primato dell’Occidente e dei suoi valori. Il pluralismo politico è ammesso, e anzi fa parte dei valori occidentali, ma deve restare dentro i confini di un non-pluralismo etico-morale. Cioè, in parole povere, è legittima la differenziazione ma all’interno di uno schema “unico” di valori e di pensiero che è quello occidentale-cristiano-americano e che va difeso coi denti. Per denti si intende sia il denaro che le armi.

La pace. L’idea di pace coincide con l’idea di espansione del modello liberista. La pace dei pacifisti è impossibile e pericolosa. La pace dell’equilibrio è cupa e porta alla rinuncia a grandi possibilità di progresso e di produzione di ricchezza. La pace moderna invece è legata indissolubilmente allo sviluppo, all’aumento della ricchezza e all’aumento dell’influenza politica dell’Occidente.

E’ un’idea di pace (pace-uguale-ricchezza) del tutto opposta a quella del tradizionale pacifismo cristiano. Diceva Francesco d’Assisi al suo vescovo che ne contestava il voto di povertà assoluta: “Se avessi una proprietà avrei bisogno anche di una spada per difenderla. Non voglio la spada e dunque rinuncio alla proprietà”. Francesco sosteneva che la violenza e la guerra sono legate all’eccesso di ricchezza. Qui si sostiene che solo l’eccesso di ricchezza può limitare le guerre.

La libertà. Adornato sostiene che il concetto di libertà che ha la destra è molto diverso da quello che ha la sinistra: la destra crede nella “libertà dallo Stato”, la sinistra nella “libertà dello Stato”.

Le tre sinistre. Quella cattolica dossettiana, quella gobettiana-liberal e quella ex-comunista. Cosa le unifica? L’anti-italianità, il solidarismo, lo statalismo. Su questo piano però il libro è un po’ confuso. Perché nella seconda parte del suo lavoro, Adornato sostiene che esiste anche una quarta sinistra, che è quella radicale e no-global, e dice che le prime tre farebbero bene a unificarsi ed a separarsi nettamente dalla quarta sinistra, che è la più pericolosa perché porta l’Italia fuori dall’occidente.

Sofri e Previti. Dice Adornato: nessuno di noi sa se Sofri è colpevole o innocente e nessuno di noi sa se Previti è colpevole o innocente. Perché c’è una grande alleanza di intellettuali e di politici a favore di Sofri e non c’è a favore di Previti (anzi, tutti vogliono che il processo vada avanti)? E’ un ingiustizia. Risposta (un po’ sciocca): Sofri è uno dei più importanti intellettuali italiani e Previti è un affarista. E’ logico che gli intellettuali si mobilitino per Sofri e gli affaristi per Previti. E così è (legittimamente). Riposta numero due (meno sciocca): Sofri è in prigione e Previti no. E’ logico che il movimento sia per la liberazione di Sofri. E’ impossibile, attualmente, liberare Previti.

Conflitto di interessi. Adornato sostiene questa tesi: Berlusconi è stato eletto. E’ vero che è in conflitto di interessi, ma che fare? Cancellare la sua elezione o impedirgli in futuro di presentarsi? No, sarebbe una ferita intollerabile alla democrazia. Costringerlo a vendere le sue televisioni? No, sarebbe una ferita intollerabile al diritto costituzionale di proprietà. Dunque la soluzione migliore (diciamo il male peggiore) è tenerlo così come è. La ferita alla democrazia c’è, ma è una ferita lieve e tollerabile. Ragionamento ineccepibile però un po’ debole.

No global. Tutto il libro è scritto per dire che chi delegittima l’avversario non ha rispetto per la democrazia liberale. Poi c’è una clamorosa contraddizione. Adornato dice che il movimento No-Global è un movimento nazista. Non è una esagerazione, dice così, alla lettera: nazista. E’ nazista padre Zanotelli? Sono nazisti i duecentomila scout che hanno sfilato a Perugia? E’ nazista l’Arci? E’ nazista don Ciotti? Sono nazisti Agnoletto, Casarini, eccetera? No, non lo sono: dare del nazista all’avversario politico - di destra o di sinistra che sia ­ è un vizio brutto. Può anche rovinare un libro intero. Anzi, lo rovina senz’altro.

Cristo e il Che. Ve l’immaginate ­ chiede Adornato ­ Cristo a braccetto con Guevara? No, effettivamente no. Se oggi Cristo incontrasse Guevara cercherebbe di convincerlo che non è sparando che si ottiene la giustizia sociale. Però Adornato non si fa la seconda domanda: ve lo immaginate Cristo a braccetto con Berlusconi? No. Se oggi Cristo incontrasse Berlusconi cosa farebbe? Forse lo frusterrebbe, come fece con altri uomini d’affari, nel tempio, una ventina di secoli fa.

PS. Nel libro si parla di piazza San Venceslao, a Praga. Non esiste questa piazza: Venceslao era un re, non un santo. Un buon cristiano dovrebbe saperlo.

Per un commento si veda:

Eddytoriale n. 27

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