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"Un tecnico comunale di trincea"
14 Aprile 2004
Lettere e Interventi
Carla M. Carlini (Liguria), 13.04.2004

Caro professore le ho telefonato d'impulso il venerdì di Pasqua perché ho

sentito l'esigenza di manifestarle la mia stima per la sua coerenza e

determinazione , il fatto che lei mi abbia invitato a inviarle dei consigli

in merito, oltre ha confermare la sua saggezza, ha provocato in me una certasfida intellettuale anche se sono solo un tecnico comunale di trincea ( dopo anni di bombardamenti si rimbambisce anche un po').

Sto scrivendo "d'int' ubagu" - tanto per inquadrare la mia situazione geografica -mentale - (allego il bellissimo brano di Italo Calvino "Dall'opaco" che amo particolarmente). La mia storia urbanistica si svolge nell'arco del ponente ligure . Da regionale mi sono occupata di abusivismo edilizio e al primo condono mi è caduto il mondo addosso ; con il trasferimento nel comune dove risiedo, mi sono occupata oltre che di un urbanistica anche di tutto un pò come succede negli enti medio-piccoli, Qui mi sono ritrovata a dover affrontare quotidianamente gli assalti di progetti approssimati , presuntuosi e in qualche caso devastanti. So cosa significa passare notti insonni cercando di trovare una soluzione a disastri che vedevo solo io dalla mia posizione fragile e scomoda , sempre fra l'incudine e il martello.Per anni ho tenuto il dito nella diga gridando aiuto e fortunatamente qualcuno ha sentito. Ora il dibattito su questi argomenti è più competente e sentito. Recentemente i miei amici e compagni di sinistra mi hanno gentilmente invitato,visto che ero così brava anche a progettare , ad assumere nuovi compiti nel campo dei lavori pubblici e lasciare l'urbanistica ad un altro collega che è un paladino dello "Jus edificandi" .

Inizialmente è stato uno choc, forse mi ero identificata troppo con il mio mestiere, poi come spesso succede ho pensato che poteva essere un bene ed era giusto che lasciassi il peso ad altri (non ho mai approfittato della mia posizione e l'accusa seppure velata e non dichiarata da parte dei miei amministratori consisteva nel considerarmi come ostacolo al libero fluire dello Jus Edificandi). Mi sarebbe comunque restato il ruolo di cittadina consapevole (anche una sola persona può tanto). Il mio stato d'animo altalenava fra un senso di liberazione e un sensazione di incomunicabilità verso delle persone che pur dichiarandosi di sinistra non capivano le mie motivazioni che avrebbero dovuto coicidere con i loro dichiarati obiettivi di buon governo delle risorse pubbliche e territoriali.Ma come spesso succede a volte l'assenza produce più effetti che una presenza costante; il dibattito urbanistico si è ampliato e una maggiore coscienza ambientale si è diffusa. E ora che non ero più obbligata ad occuparmi di urbanistica potevo farlo addirittura come trasgressione e così ho ripreso a studiare mi sono scritta ad un master e ho trovato su Internet tante cose interessanti, in particolare un sito Eddyburg .Per me è stato importantissimo sapere che c'erano tante persone autorevoli che la pensavano come me e che avevano in grande i miei problemi .Da qui a darle consigli però ce ne passa. La realtà è particolarmente dura .Forse bisognerebbe reimparare ad avere almeno sogni comuni . Per ora continuo a pensarci e le invio anche un'altro brano di Calvino che mi ha molto aiutato in passato.Con stima Grazie, Maria Carla, la sua è una bellissima testimonianza, che credo sentiranno vicina alle loro vite molti altri "tecnici comunali in trincea" (e provinciali, e regionali). E' difficile oggi fare l'urbanista pubblico. Lo era, del resto, anche negli anni in cui Edoardo Detti e Giovanni Astengo si battevano per l'affermazione di questa esenziale figura. La mia speranza è di riuscire a mettere in rete persone come lei, e come molti altri frequentatori di questo sito. E' solo lavorando insieme e mettendo in comune i propri sogni che si può cambiare un po' il mondo, renderlo più amico delle donne e degli uomini. I brani di Calvino sono molto belli; inserisco subito "l'apologo sull'onestà nel paese dei corrotti", che non conoscevo e che mi sembra, oltre che bello ed efficace, ancora attuale.

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