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Eugenio Scalfari
Giuliano Ferrara e la sindrome del figliol prodigo
1 Aprile 2004
Humour
Questa risposta a un lettore la inserisco subito tra le storielle divertenti. Merita di esserlo in sè (per il commento alla virata dell'Elefantino) e per la deliziosa barzelletta che Eugenio Scalfari ci racconta. E' sul Venerdì di Repubblica del 26 marzo 2003. La vignetta è di Giannelli, è tratta dal Corriere della sera e la trovate, con molte altre, qui.

Allora Giuliano Ferrara si è convertito? É tornato a sinistra con i compagnetti di gioventù? Che ne pensa lei, dottor Scalfari? Sarà contento.

Questo piccolo-grosso ribaltone è anche una sua vittoria. Dirà o penserà che i topi cominciano ad abbandonare la nave che affonda. Prima Sgarbi, poi Cirino Pomicino, adesso anche il nostro Elefantino.

Via, la questione Sofri è solo un pretesto o nel migliore dei casi un'occasione. A me non piacciono i voltagabbana e perciò non mi sento di far festa, anzi. Considero la conversione a sinistra di Giuliano Ferrara un brutto segnale per la destra e uno ancora più brutto per la sinistra. E lei?

SILVIO MAZZEI Roma

Io, signor Mazzei, ho la mia opinione su Ferrara e l'ho espressa più d'una volta anche in questa rubrica di lettere e sull'Espresso. Perciò non starò a ripeterla. Ma nella fattispecie di questo piccolo-grosso ribaltone, per usare le sue parole, mi limiterò a raccontarle una barzelletta di buona qualità che mi pare sia eccellente metafora per il caso in questione.

Il figliol prodigo torna finalmente alla casa del padre dopo un lungo periodo di scioperataggine e il padre è in festa e prepara le dovute accoglienze. Il vitello grasso viene a sapere la notizia e se ne preoccupa. Teme che finisca come in altre analoghe occasioni con la macellazione del più saporoso animale della fattoria; perciò decide di scappare. Avvisa le altre bestie della stalla e se ne va. Ma poi è assalito da altri pensieri. Perché andarsene? Il suo destino è comunque segnato, lì o altrove finirà comunque al mattatoio. Tanto vale che sia laddove è nato, in mezzo ai suoi parenti e amici. Perciò torna indietro. Quando è di nuovo sulla soglia della stalla si sente una voce gridare: è tornato il vitello grasso! Risponde da lontano un'altra voce: ammazzate il figliol prodigo. Fine della barzelletta.

Ci rifletta su, signor Mazzei, ma non faccia l'errore di identificare Ferrara coi vitello grasso per via delle dimensioni.

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