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“Poche risorse, bisogna scegliere bene”
17 Luglio 2008
Beni culturali
Il programma del ministro Bondi: in direzione non consona alle aspettative del Presidente del Consiglio Nazionale. Con una postilla. ANSA, 16 luglio 2008 (m.p.g.)

Per la cultura "le risorse sono poche, bisogna fare delle scelte". Così il ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi nel suo intervento durante l'assemblea annuale dell'associazione Civita. "Si dovrebbe limitare l'uso deficiente delle risorse, spendendole male o per niente - ha spiegato il ministro -. L'unica cosa da fare è destinare quei fondi, anche se pochi, a progetti qualificati. Intanto, la cultura non deve essere sottovalutata come mezzo di rilancio economico, neanche dalla classe dirigente politica". Restando in termini di economia della cultura, Bondi ha aggiunto: "l'unica soluzione per uscire da questa situazione di stallo economico è la cooperazione tra pubblico e privato, senza antagonismi. bisognerebbe tornare alla gestione autonoma dei beni culturali e rimuovere gli eccessivi vincoli che ostacolano chi vuole aiutare a rilanciare il patrimonio. Penso anche ad una defiscalizzazione dei sostegni che provengono dai privati". Come esempio di collaborazione tra pubblico e privato, il ministro ha detto: "Civita sta lavorando ad un piano d'innovazione tecnologica per i musei italiani, è possibile una collaborazione. Intanto il ministero - ha ricordato - sta pensando ad un piano nazionale per la valorizzazione dei quasi 4000 musei italiani".(ANSA).

Postilla

L’ottimismo quasi senza riserve manifestato oggi dal Presidente del Consiglio Nazionale dei Beni Culturali, riconfermato dopo la bufera, si scontra con le dichiarazioni che in più sedi (Civita, FederCulture, lo stesso Consiglio Nazionale) in queste ultime ore lo stesso ministro ha rilasciato e di cui riportiamo ad exemplum il comunicato ANSA.

Al di là delle consuete dichiarazioni di maniera, peraltro inevitabili dopo lo scontro politico sull’articolo del Sole del 7 luglio, la direzione prioritaria cui ispirare la politica del Ministero è chiarissima: largo ai privati.

In queste affermazioni non ci sembra proprio di cogliere alcuna intenzione di proporre una battaglia politica e culturale per provocare non dico un’inversione, ma neanche un semplice ridimensionamento dei tagli brutali prefigurati dal DL 112: si dà anzi per scontato che le risorse saranno ridotte e che, quindi, si dovrà ricorrere a finanziamenti non pubblici e sicuramente non solo statali.

Certo considerazioni drasticamente negative non possono essere tratte da poche note di agenzia stampa (ma le cronache di ieri erano sufficientemente concordi al riguardo, come risulta dalla rassegna stampa di patrimoniosos): attendiamo il ministro nella sede deputata, la discussione parlamentare sul Dl 112: passaggio cruciale al quale eddyburg si prepara, con le poche forze di cui dispone, per produrre il massimo sforzo di conoscenza e di sollecitazione politica. (m.p.g.)

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