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Urbanistica, salta l’intesa tra Regione e Comune
24 Luglio 2007
Sardegna
Non si placa in Gallura la “lotta dura per una maggiore cubature”. Da la Nuova Sardegnadel 24 luglio 2007

OLBIA. Intesa lontana, intese a rischio. Comune e Regione proprio non si trovano, quando di mezzo c’è l’urbanistica. Venerdì scorso a Cagliari c’è stato l’ennesimo muro contro muro (a parole) che per molti imprenditori (nei fatti) rallenta, se non blocca, la possibilità di realizzare quelli veri, di muri, siano per hotel o per capannoni. Ultimo motivo di scontro, le “intese”. Quei progetti che, in questa fase di applicazione del piano paesaggistico, potrebbero avere il via libera in deroga. Olbia ne ha presentato centocinque, un record. Ma l’intesa (politica e tecnica) non è stata trovata e i tempi si fanno strettissimi.

Venerdì c’è stato il primo incontro. Da una parte il Comune, rappresentato da Settimo Nizzi e dall’assessore all’Urbanistica Marzio Altana. Dall’altra la Regione, con il direttore generale dell’Urbanistica Paola Cannas. Oggetto: valutazione sulle “intese”. Il Comune - così impone il piano paesaggistico - ha presentato a Cagliari tutti quei progetti che, per la loro tipologia, devono essere vagliati dalla Regione.

Sono interventi che ricadono nelle zone di espansione (zone C), in quelle produttive (zone D), in quelle ex turistiche (zone F). C’è di tutto: riqualificazione di interi quartieri (stazione ferroviaria, ex Cerasarda) e di interi borghi (Portisco e una parte di Porto Rotondo), edificazione di alberghi (in città e sul mare) e di capannoni indudtriali, demolizione e rifacimento di ville.

Sono tutte pratiche che potrebbero partire in questa fase, in deroga ai vincoli del piano paesaggistico. La Regione li ha messi uno dietro l’altro prima di dare la risposta definitiva, che deve arrivare entro il 7 settembre. «Noi abbiamo rispettato le indicazioni del piano - si limita a dire Nizzi -: tutti quei progetti che rientravano nella procedura per l’intesa, li abbiamo mandati in Regione». Diversa la valutazione di Cagliari: «Il Comune di Olbia ha presentato progetti che non era necessario inviare da noi, costringendoci a un lavoro molto difficile» spiegano dagli uffici urbanistica, che ne ha già bocciato alcuni.

La questione è delicata. Secondo il Comune, la Regione ha reso impossibile ogni tipo di costruzione. Seconda la Regione, il Comune ha applicato un po’ troppo alla lettera le indicazioni del piano paesaggistico, “dimenticandosi” di sbloccare quei progetti che potevano ottenere le concessioni.

Opposti estremismi? Scontro più politico che tecnico? Diverse interpretazioni giuridiche?

Venerdì, questo è sicuro, c’è stata battaglia. La Regione ha spiegato che le intese prevedevano una volumetria eccessiva. «Olbia potrebbe costruire 150 mila metri cubi nelle ex zone turistiche - hanno chiarito ieri da Cagliari - invece la volumetria ipotizzata nelle intese ammonta, complessivamente, a 600 mila metri cubi. Impossibile realizzarla per una serie di ragioni».

La prima è questa: «C’è un 25 per cento di case sfitte, in centro, una delle percentuali più alte in Italia - hanno informato i tecnici regionali -: prima di pensare a nuove costruzioni, bisogna sfruttare quelle esistenti». E poi: «La volumetria richiesta corrisponde a una crescita demografica che non è possibile». E infine: «Se il Comune vuole tutte quelle volumetrie, deve prima adeguare il suo piano urbanistico a quello paesaggistico». Nizzi ha replicato, nell’ordine, che «non possiamo obbligare nessuno ad affittare le proprie case». Che la «crescita di Olbia, negli ultimi cinque anni, è stata di mille abitanti all’anno e che quindi quelle volumetrie sono necessarie». Che «le intese devono essere approvate tutte e subito, senza aspettare l’adeguamento del Puc».

Nessuna intesa e imprenditori che cominciano a essere molto preoccupati per la sorte dei loro investimenti. Domani un altro decisivo round: a Cagliari il sindaco Gianni Giovannelli e con lui Nizzi e Altana incontreranno l’assessore regionale all’Urbanistica Gianvalerio Sanna.

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